Israele-Hamas, il conflitto si sposta anche sulle tasse: la mossa di Smotrich può “infiammare” la Cisgiordania

RMAG news

Approfittando della sordina provocata dal vertice del G7, di stanza in questi giorni in Italia, in Puglia, a Gaza l’esercito israeliano sta proseguendo senza particolari pressioni internazionali la su offensiva su Rafah, città da cui almeno un milione di profughi palestinesi sono stati nuovamente costretti alla fuga, rifugiandosi in particolare in tendopoli di fortuna allestite nei pressi della costa della Striscia.

Ma alle operazioni militari seguono anche mosse più propriamente politiche. Come quella di Bezalel Smotrich, ministro della Finanze israeliano e leader del partito Sionismo Religioso, che col collega ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir forma l’ala dell’estrema destra religiosa che consente una risicata maggioranza alla Knesset al primo ministro Benjamin Netanyahu.

La guerra Israele-Hamas anche sulle tasse

Smotrich ha firmato nella giornata di giovedì un decreto che prevede il trasferimento alle famiglie israeliane i cui membri sono stati uccisi negli attacchi di Hamas del 7 ottobre di circa 130 milioni di shekel (35 milioni di dollari): si tratta di denaro “congelato” dalle autorità di Tel Aviv, proveniente dalle tasse dei palestinesi.

Israele, in base all’accordo siglato a Parigi tra lo stato ebraico e l’Olp, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, riscuote dal 1994 le tasse dei palestinesi, deducendo il 3 per cento come commissioni per i costi di riscossione. Denaro che serve a finanziare la macchina burocratico-amministrativa dell’Autorità palestinese in Cisgiordania.

Denaro che a seguito del 7 ottobre Israele ha bloccato per diversi mesi prima di arrivare ad un accordo, ottenuto grazie alla mediazione degli Stati Uniti, e che ora intende tenere per sé per trasferirlo alle famiglie vittime del terrorismo.

L’Autorità palestinese incoraggia e favorisce il terrorismo pagando le famiglie dei terroristi, dei prigionieri e dei prigionieri rilasciati. In conformità con le sentenze che hanno concesso risarcimenti alle vittime del terrorismo, compensiamo gli stessi importi dai fondi dell’Autorità palestinese e trasferiamo il denaro concesso alle famiglie delle vittime del terrorismo“, ha scritto il ministro Smotrich su X nell’annunciare la sua misura.

Una situazione che potrebbe aumentare le tensioni nell’area: senza denaro, l’Autorità palestinese già fortemente delegittimata andrebbe incontro anche ad una gravissima crisi finanziaria: tutti presupposti che potrebbero portare a scontri pesanti anche in Cisgiordania, che ad oggi è rimasta relativamente “tranquilla”.

Il pressing Usa su Netenyahu

In tale ottica va letta la pressione statunitense sul governo Netanyahu, un pressing che ad oggi, va detto, non ha portato a grandi risultati per l’amministrazione Biden.

Secondo il sito Axios, che cita tre funzionari statunitensi e israeliani, il segretario di Stato Usa Antony Blinken avrebbe fatto pressioni su Netanyahu affinché si acceleri il trasferimento all’Anp delle entrate fiscali che Israele trattiene.

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