“FERMEREMO LA LOBBY DEL VENETO, VUOLE SPACCARE IL PAESE”

“FERMEREMO LA LOBBY DEL VENETO, VUOLE SPACCARE IL PAESE”

Il Quotidiano del Sud
“FERMEREMO LA LOBBY DEL VENETO, VUOLE SPACCARE IL PAESE”

Enrico La Loggia e la lobby del Veneto che vuole spaccare il Paese, parla uno dei membri della Commissione Cassese: “Stanno provando a dire che il costo della vita a Sud è più basso ma le gabbie salariali non passeranno. I Sindacati non lo consentirebbero e i partiti su questo punto andrebbero in frantumi”. Le materie non Lep? “Prima le risorse per i Lep”

Il tema dell’autonomia differenziata continua a tenere banco. Le riunioni della commissione per i Lep si susseguono e ogni giorno spuntano novità interessanti. Sembra una strada senza ritorno e sono molti i componenti delle varie sottocommissioni che si sentono a disagio.

Tra i componenti prestigiosi della Commissione l’onorevole Enrico la Loggia. Figlio di Giuseppe padre dell’autonomia regionale siciliana, che nasce prima della Costituzione, è componente della Commissione per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni voluta e insediata da Calderoli. Gli abbiamo rivolto alcune domande sulle procedure in corso per l’autonomia ma anche su alcuni temi più generali.

Mercoledì scorso c’è stata a Roma la riunione per i Lep. Si sta andando avanti mi pare! È fiducioso?

»Sono e resto vigile e sto tentando di coinvolgere un numero crescente di componenti sulle posizioni pro Sud. Sono comunque fiducioso sull’autorevolezza e la capacità di interlocuzione del Presidente Cassese».

Che sensazione ha? Sembrerebbe tutto costruito per arrivare al risultato già determinato. Di andare avanti in ogni caso con o senza Lep? O meglio addomesticando i Lep?

«Ci stanno provando. La lobby veneta è determinata a procedere comunque, anche dimostrando l’indimostrabile, e cioè che il costo della vita è più basso nel Sud solo se non si considerano i costi della cronica mancanza di infrastrutture e servizi. Dove sono le autostrade, la ferrovia veloce l’ elettrificazione delle zone rurali, la copertura internet, etc? Proveranno a dimostrare che le risorse basteranno a coprire solo il 30% dei LEP e che questo dovrebbe farci esultare. Ma non ci riusciranno. Si rischierebbe una rivoluzione».

Ha senso rimanere in questa Commissione che sembra che abbia un indirizzo già definito nel senso di far permanere la spesa storica?

«Ha senso sino a quando riusciremo non a far cambiare il loro programma, ma almeno ad impedire una conclusione devastante come il mantenimento della spesa storica».

Ma non sarebbe il caso di parlare di livelli uniformi invece che essenziali o dobbiamo essere grati se arrivano quelli essenziali senza le gabbie salariali?

«Sarebbe indispensabile e certamente lo farò alla prossima riunione. Ieri ho sollevato la necessità del più rigoroso rispetto del secondo comma dell’articolo tre della costituzione laddove si impone l’obbligo di rimuovere gli ostacoli al raggiungimento della parità tra i cittadini. Rimuovere non aggiungere ostacoli. Il mio intervento è stato ripreso e condiviso da Cassese e da altri».

Il coniglio uscito dal cappello del costo della vita non le da la sensazione che si va in scalata con chi ti taglia la corda?

«Purtroppo si ma non c’è alternativa, almeno sino ad ora. Ma in ogni caso è talmente cervellotica questa idea che non penso riuscirà a passare».

Lei è stato un esponente importante di Forza Italia! Pensa che il partito stia facendo tutto il possibile per difendere il Paese dallo spacca Italia e il Sud dall’ulteriore emarginazione?

«No. Non si fa abbastanza. Se ci fosse Berlusconi le cose andrebbero diversamente. Lui sapeva come conciliare le esigenze del Nord con i bisogni e la sete di giustizia sociale ed economica del Sud».

L’adesione al referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata di tanti meridionali le sembra un segnale importante di cambiamento?

«Me lo auguro. Ma ci vuole ancora parecchio per innescare la voglia di riscatto di tanti e non solo di quelli meglio informati».

So che è amico del Presidente della regione Calabria, Occhiuto. Ritiene abbia un ruolo importante nella posizione di Forza Italia? E della posizione di Renato Schifani presidente della regione siciliana che dice ? Pensa sia troppo timida?

«Occhiuto è un autorevole ed influente esponente di Forza Italia e ha avuto certamente un ruolo nella inversione di tendenza di Taiani. Mi auguro, e ci spero molto, che possa influire sempre di più».

Schifani è assente, non pervenuto. Ritiene che la Regione siciliana stia esprimendo tutte le sue potenzialità?

«Certamente no. Come sono lontani i tempi dei Governi Alessi, Restivo, La Loggia quando la Regione Siciliana era rispettata e invidiata da tutto il resto d’Italia. Ma, ad esempio, l’attuazione degli articoli 37e 38 dello Statuto che fine ha fatto? L’ultima attuazione risale a quando durante i governi Berlusconi ottenni l’ultimo contributo di 3 Miliardi per l’articolo 38 e il decreto per l’articolo 37. Poi il vuoto e ancora il vuoto. Ma ci sono stati per caso altri Ministri o Presidenti o anche semplici Parlamentari che se ne siano occupati? No purtroppo no».

I suoi tre figli lavorano tutti fuori. non si sente scippato di parte della sua vita?

«Credo sia la prova del fallimento della nostra opera di classe dirigente. Se quella bellissima squadra formata dal sottoscritto insieme con Luca Orlando, Sergio Mattarella, Rino La Placa, Vito Riggio , Sergio D’Antoni , Luigi Andrea Cocilovo, Peppino Provenzano, l’ex presidente del,a Regione siciliana , Francesco Musotto fosse rimasta insieme forse saremmo riusciti a cambiare qualcosa. Ma purtroppo l’egoismo di tutti ha fatto naufragare le buone intenzioni della squadra. Lo considero un debito d’onore non saldato. Una grande occasione sprecata. Peccato!».

È fiducioso che la rana Sud salterà dalla pentola e non si farà bollire ?

«Lo spero, ma credo che purtroppo si attenda che l’acqua sia ancora più calda. Speriamo in tempo per non morire bolliti».

Pensa che alla fine arriveremo alle gabbie salariali?

«E’ possibile ma non probabile. Sono troppe le garanzie che si dovrebbero cancellare. I Sindacati non lo consentirebbero e i partiti su questo punto andrebbero in frantumi. E poi: se si può partire con materie non lep senza risorse per i lep? Ma se mancano le risorse per i LEP come si può pensare di finanziare i non LEP. E…..poi infine: ” il buon senso del buon padre di famiglia “, secondo quanto sancito nel nostro Codice Civile, che fine ha fatto? Tutti barbablù?».

Il Quotidiano del Sud.
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