Perché Marcello Mastroianni è un’icona del cinema italiano

RMAG news

Il 26 settembre di 100 anni fa, nasceva Marcello Mastroianni, divo – non divo e storia del cinema italiano. Le celebrazioni per il centenario dalla sua nascita, sono iniziate allo scoccare del 2024 ma è stato con l’arrivo in concorso a Cannes, a maggio, di un film co-prodotto da Italia e Francia, Marcello Mio, che si è iniziato a ricordarlo concretamente. Distribuito in sala da Lucky Red a pochi giorni dalla premiere al festival, il film diretto dal francese Christophe Honoré, vede sua figlia, Chiara Mastroianni, trasformarsi letteralmente in Marcello, per esorcizzare il ricordo, provare a riempire il vuoto di un papà perso quando aveva 24 anni.

Omaggio per esplorare i momenti più importanti della carriera di Mastroianni attraverso la figura di sua figlia, Marcello Mio conta su una co-protagonista, Catherine Deneuve, ex moglie di Mastroianni e mamma di Chiara. Con loro Fabrice Luchini, Melvil Poupaud, Benjamin Biolay, Nicole Garcia e Stefania Sandrelli, che interpretano versioni in parte reali e in parte romanzate di sé stessi. In un incontro a Cannes, Chiara raccontava: “Mi sono lasciata invadere da mio padre, possedere da un fantasma, però in modo felice. Honoré mi ha dato la possibilità di ritrovare delle sensazioni conosciute, portando con me lo spettatore. È un film molto proustiano. Chiunque abbia perso una persona cara si dice: se tornasse, se potessi ancora parlargli… Chi non si è tenuto la vecchia giacca di qualcuno, un anello, un oggetto? Come se potesse ancora esistere attraverso quei piccoli dettagli”.

Al Lucca Film Festival, che si tiene in questi giorni e che l’ha scelta come madrina, Chiara Mastroianni ha inaugurato una Mostra, Marcello l’antidivo di successo, curata da Alessandro Orsucci e aperta al pubblico fino al 28 ottobre. Occasione perfetta non solo per ricordare Marcello ma per raccontarne una versione più intima, vera. A chi le chiede come mai tutti continuano a sentire Marcello Mastroianni vicino, familiare, lei risponde: “Credo sia perché una delle sue più grandi qualità era che non fosse un divo, non si credeva un mito. Era un uomo molto normale che non si è mai scordato da dove veniva. Cresciuto in una famiglia molto povera, per lui il successo è arrivato abbastanza tardi e questo gli ha dato tanta umiltà, è come se fosse stato un cugino per certe persone, una persona di famiglia”.

Sui festeggiamenti per i cento anni dalla nascita, a Lucca che gli dedica anche il poster, come alla Festa di Roma e dovunque si celebri il cinema, Chiara Mastroianni dichiara: “Solo per gli attori si festeggiano gli anni dalla nascita e non dalla scomparsa e lo preferisco. Certo, sono felice: adoro mio padre ed è bello ricordarlo soprattutto riportandolo sullo schermo, per chi forse non lo ha mai visto e penso in particolare ai più giovani. Credo che ogni celebrazione debba essere del cinema piuttosto che di un personaggio: lui per primo ne sarebbe imbarazzato. È come sfogliare un vecchio album di foto, con tanti ricordi da condividere con gli altri”.

50 anni di carriera, quella di Marcello Mastroianni, versatile, eterogenea, ben documentata, nel suo oscillare tra dramma e commedia, dalla retrospettiva che La Casa del Cinema di Roma gli dedica in questi giorni e fino al 31 ottobre: da Una domenica d’agosto di Luciano Emmer, a capisaldi del cinema drammatico e grottesco, come La grande abbuffata di Marco Ferreri. Immancabili poi le opere a rappresentazione dei grandi sodalizi che hanno segnato il Marcello attore, artista e uomo, quelli con Federico Fellini in primis e poi con Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Ettore Scola.

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