Sondaggi politici elettorali, Meloni cala dopo 2 anni di governo: governo bocciato su povertà, pensioni e sanità

RMAG news

A due anni dalle ultime elezioni politiche e a quasi due anni dall’entrata in carica del governo della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Ipsos traccia un bilancio del sentiment degli italiani verso il governo di centrodestra con un sondaggio pubblicato su Il Corriere della Sera. Un bilancio luci e ombre che non compromette la leadership ma che lancia diversi allarmi sui contenuti, in particolare sulle battaglie identitarie della destra.

“È un governo che si qualifica per diversi aspetti – argomenta Pagnoncelli nell’articolo di accompagnamento all’indagine – , almeno due dei quali rilevanti nella percezione degli elettori: l’avere una leader forte e donna, per la prima volta nella storia della Repubblica, e, come esplicitamente detto da Giorgia Meloni, il fatto di chiudere l’esperienza dei governi ‘tecnici‘ (attributo dato anche al governo Draghi che pure aveva una forte presenza politica), ridando alla politica lo spazio che le spetta”.

Rispetto ai consensi medi l’esecutivo a un anno dall’insediamento perdeva quattro punti, oggi è a meno sette punti, al 44%. Secondo l’indagine il governo ha perso consensi in maniera più rilevante tra le persone di condizione bassa o medio bassa, tra i ceti alti e i lavoratori autonomi e nel Nord-Est. “Sembra insomma che qualche crepa si apra tra i ceti che più avevano sostenuto il governo”. Meno cali tra fasce alte e medio-alte, cattolici osservanti ed elettorato del centrodestra.

La Presidente del Consiglio aveva raccolto un apprezzamento minore a tutti gli altri premier dell’ultimo quindicennio al momento dell’insediamento, così anche oggi la contrazione del gradimento è di sette punti punti, al 44%. Per quanto riguarda i temi, il dato è naturalmente influenzato dagli elettori che si riconoscono nella maggioranza di governo e che hanno votato la coalizione. Politica internazionale, sostegno alle imprese e Pnrr sono i temi che più convincono. Per nessuna delle tematiche testate le valutazioni positive prevalgono su quelle negative.

Prevalenti i giudizi negativi su lavoro, contrasto alla denatalità, pubblica amministrazione, transizione ecologica, diritti civili, minoranze, scuola, infrastrutture, immigrazione. Ancora più duro il dissenso sulla riduzione delle tasse, sicurezza, Giustizia, povertà, pensioni, sanità. Un bilancio in luci e ombre, chiude Pagnoncelli, che fa prevalere una sorta di disincanto rispetto alle aspettative iniziali. Anche se al momento le alternative a questa maggiornaza non sembrano particolarmente competitive.

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