Hasem Safieddine, chi è il possibile successore a capo di Hezbollah: cugino di Nasrallah, consuocero di Soleimani

RMAG news

Non si ferma Israele: dopo la notizia della morte, dell’uccisione di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, continuano i bombardamenti in Libano. Un’offensiva senza precedenti negli ultimi anni che era cominciata con l’eliminazione di diversi alti funzionari, continuata con gli attacchi tramite walkie-talkie e cercapersone, quindi con l’attacco al numero 1. E ora? Ora il successore potrebbe essere il cugino, sangue del sangue di Nasrallah, Hashem Safieddine, designato discendente secondo alcune indiscrezioni addirittura dal 1994.

Safieddine è più giovane di quattro anni di Nasrallah, cugino da parte di madre del leader ucciso da Israele. Nato e cresciuto dalle parti di Tiro, sulla costa nel sud del Paese, si è formato nella città sacra dell’islam sciita di Qom, in Iran. Come Nasrallah è stato formato da Imad Mughniyeh, ucciso da un’autobomba nel 2008 a Damasco, capitale della Siria. Ha coordinato negli ultimi decenni le operazioni civili del movimento fondamentalista tra sistema educativo e investimenti finanziari. È membro del consiglio di guerra. È nella lista nera dei terroristi degli Stati Uniti dal 2017. Ha continuato negli anni a coltivare legami con gli iraniani: il figlio Riza ha sposato la figlia di Qassem Soleimani, ucciso in Iraq dagli Stati Uniti quattro anni fa, l’uomo più potente del cosiddetto “asse della resistenza”.

Chi  è Safieddine

Per il giornale Asharq Al-Awsat è “un vero leader, nello stesso momento duro e flessibile, aperto ad ascoltare le opinioni degli altri” oltre che “un’estensione della personalità di Nasrallah”. Al momento dell’attacco non si trovava nel quartier generale colpito e distrutto da Israele. Altro indizio: Safieddine non era mai presente fisicamente nei luoghi in cui in quel momento si trovava Nasrallah. La settimana scorsa aveva presenziato ai funerali dei comandanti uccisi nell’esplosione di cercapersone e walkie-talkie. Aveva assicurato in quell’occasione: “I feriti ritorneranno alla guerra santa e se l’obiettivo del nemico è fermare il nostro sostegno a Gaza, deve sapere che la resistenza potrà solo crescere”.

L’Iran dopo la morte di Nasrallah

Durissimo il colpo alla catena di comando dell’organizzazione sciita, legata a doppio filo all’Iran sia da un punto di vista ideologico-religioso che da un punto di vista organizzativo, tra armi e altri finanziamenti. La Repubblica dei Pasdaran, il nemico giurato di Israele, al momento non è pervenuta. Ha passato gli ultimi anni a tessere l’”asse della resistenza” un’alleanza tra milizie sciite e gruppi paramilitari per contrastare le pressioni di Occidente e Israele.

Lo Stato Ebraico ad aprile ha bombardato l’ambasciata iraniana in Siria uccidendo un importante comandante delle Guardie Rivoluzionarie. In segno di rappresaglia Teheran aveva lanciato oltre 300 tra droni e missili contro Israele: un attacco inoffensivo, la maggior parte dei lanci erano stati intercettati. A fine luglio, in un altro momento caldissimo del conflitto, lo Stato Ebraico aveva ucciso nella capitale iraniana Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas. Ali Khamenei, la Guida Suprema, aveva promesso una risposta che non è mai arrivata.

Please follow and like us:
Pin Share