Goliarda Sapienza: la più grande scrittrice italiana dimenticata, autrice de “L’arte della gioia”, dal romanzo alla serie tv

RMAG news

Goliarda Sapienza è stata scrittrice, attrice di cinema e teatro. A 100 anni dalla nascita sta riscuotendo l’attenzione che per molti anni le fu negata, che le fu negata in vita, per alcuni critici e lettori ingiustamente. Per alcuni di questi era già troppo avanti, in anticipo sui tempi. A contribuire alla riscoperta della sua opera almeno due diversi momenti. Il primo: il successo che ha riscosso in Francia che l’ha fatta rivalutare e ripubblicare anche in Italia. Il secondo: l’attrice e regista Valeria Golino ha realizzato una serie tv, prodotta da Sky, ispirata al suo romanzo più noto L’arte della gioia, proiettata al cinema in due tranche, dal 30 maggio la prima parte e dal 13 giugno la seconda parte.

Sapienza era nata nel 1924 a Catania, da famiglia di tradizione socialista rivoluzionaria. Il padre Giuseppe Sapienza, avvocato, aiutò Sandro Pertini a evadere dal carcere di Reina Coeli durante l’occupazione nazista di Roma nel 1944. Sapienza fu anche membro dell’Assemblea Costituente. La madre, Maria Giudice, fu la prima dirigente donna della Camera del Lavoro di Torino. Entrambi erano vedovi. Sapienza non fece frequentare alla figlia la scuola, per prevenire influenze fasciste. Goliarda ereditò il nome dal fratellastro, morto affogato in mare nel 1921.

Goliarda Sapienza, l’attrice e la scrittrice

Sapienza frequentò l’Accademia di Arte Drammatica a Roma, cominciò a distinguersi in interpretazioni di personaggi femminili dall’opera di Pirandello. Fu legata sentimentalmente al regista Citto Maselli e sposata all’attore e scrittore Angelo Maria Pellegrino. Lasciò la carriera cinematografica per dedicarsi a quella letteraria. Pubblicò due romanzi autobiografici, Lettera aperta nel 1967 – che fu anche candidato al Premio Strega dal poeta Attilio Bertolucci e da Natalia Ginzburg – e L’università di Rebibbia. Quest’ultimo fu ispirato dopo che nel 1980 venne arrestata, accusata di aver rubato dei gioielli a casa di un’amica. Fu detenuta nel carcere di Rebibbia a Roma per cinque giorni.

Fu anche docente di recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma. Morì il 30 agosto 1996 a Gaeta, in provincia di Latina, a 72 anni. Alcuni amici avevano provato a farle ottenere, senza successo, il vitalizio pubblico previsto dalla Legge Bacchelli, che sostiene cittadini che si sono distinti per le loro attività scientifiche, culturali, sportive o sociali e che si trovano in difficoltà economiche.

“L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza

Sapienza scrisse il romanzo L’arte della gioia tra il 1967 e il 1976. Fu pubblicato interamente soltanto postumo, dopo la morte dell’autrice: era rimasto in cassetto per oltre vent’anni, rifiutato più volte da diverse case editrici. Soltanto dopo la riscoperta in Francia – dove nel 2005 è diventato un vero e proprio caso letterario – una grande casa editrice italiana, Einaudi, ha ripubblicato tutta l’opera della scrittrice. Al centro della storia la formazione di una protagonista femminile dal carattere forte, Modesta, nata il primo gennaio 1900, vittima di abusi da parte del padre, e una saga familiare.

Lungo la trama una serie di elementi come la bisessualità della protagonista, l’erotismo e altri momenti di alta tensione, o caratterizzati da tematiche ancora tabù, che non fecero gioco alla promozione dell’opera presso le case editrici, nonostante la familiarità con l’ambiente culturale della scrittrice. Sapienza si era sempre rifiutata di accorciare il romanzo – circa 550 pagine – , come alcuni editori le avevano chiesto per arrivare alla pubblicazione. Smise di provare a pubblicarlo nel 1985.

Il successo de “L’arte della gioia”

La prima parte venne pubblicata nella collana “Millelirepiù”, brevi libri tascabili venduti a mille lire, nel 1994 grazie all’impegno di Angelo Pellegrino. Stampa Alternativa pubblicò L’arte della gioia per intero nel 1996. Il documentario Goliarda Sapienza L’arte di una vita, trasmesso su Rai Educational nel 2002 suscitò grande curiosità verso l’autrice e il libro venne portato alla Fiera del Libro di Francoforte. Secondo quanto ha ricostruito Il Post fu grazie a Waltraud Schwarze, editor della casa editrice tedesca Aufbau Verlag, se l’opera fece un salto di notorietà e venne tradotta in tedesco e quindi in francese.

Soprattutto quest’ultima traduzione contribuì al successo del romanzo, che in Francia divenne un vero e proprio caso letterario. È diventato un longseller anche in Italia. “L’ho conosciuta al tempo del mio primo film, nel 1986 – ha raccontato Golino in un’intervista a Il Corriere della Sera – , Storia d’amore di Citto Maselli, mi faceva da coach di linguaggio. Cercava il bello ovunque. Io non l’ho capita, ero troppo giovane ed è il mio rimpianto. C’è qualcosa in Modesta che mi riguarda, Goliarda mi dava dei buffetti sulla guancia e mi diceva la stessa cosa”. I primi episodi della serie tv sono stati presentati al Festival di Cannes a fine maggio.

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