Guido Furgiuele, l’avvocato indagato per la morte di Cristina Frazzica: “Non ci siamo resi conto dell’impatto, sono sconvolto. Mi assumerò le mie responsabilità”

RMAG news

Una svolta forse impensabile, per il tragico caso che ha riguardato la morte di Cristina Frazzica, la 31enne che ha perso la vita in mare a Napoli mentre era a bordo di un kayak. I fatti sono accaduti la scorsa domenica pomeriggio, nello specchio d’acqua antistante la residenza del Presidente della Repubblica a Posillipo, Villa Rosebery. Gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo, l’avvocato napoletano Giuido Furgiuele. Quest’ultimo è la stessa persona che ha tratto in salvo il legale 33enne che era in compagnia della vittima, Vincenzo Carmine Leone. Dunque, dopo due giorni ininterrotti di indaginiaccertamenti, gli investigatori hanno individuato e sottoposto a sequestro la barca che avrebbe travolto la canoa (in totale sono stati tre gli scafi controllati dall’autorità), un cabinato da 18 metri di proprietà del professionista.

Guido Furgiuele: le parole dell’avvocato indagato per la morte di Cristina Frazzica

Ora la Procura di Napoli sta verificando la versione di Furgiuele anche per comprendere se ci sia stata o meno l’omissione di soccorso. Infatti, secondo l’indagato, “io e i miei sei ospiti – ha dichiarato Furgiuele all’Ansanon abbiamo avvertito alcun impatto. Uno dei miei ospiti ha visto a poppa un ragazzo sbracciarsi e siamo tornati indietro per soccorrerlo. Lui ha detto che la ragazza era stata investita da una barca velocissima ed eravamo convinti che non fosse la mia. Più di soccorrerlo e dare l’allarme non potevamo fare“. L’avvocato si è detto sconvolto ed avrebbe già dimostrato estrema collaborazione con i magistrati. Il professionista ha anche rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera, dove ha affermato che è pronto ad assumersi ogni responsabilità.

Cristina Frazzica travolta e uccisa in mare a Posillipo mentre era a bordo di un kayak

Dunque, la versione di Furgiuele è la seguente: se c’è stato un impatto tra la sua barca e il kayak con a bordo i due ragazzi, l’avvocato e le persone presenti sul suo scafo, non l’hanno avvertito. Non appena uno dei suoi ospiti ha notato il giovane in mare, il legale ha fatto dietrofront per andare a soccorrerlo. Al momento, a disposizione degli inquirenti, ci sarebbero questi elementi chiave: le testimonianze delle persone coinvolte nel drammatico incidente e le immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza di Villa Rosebery. Sono attesi gli esiti delle perizie sul cabinato e sulla canoa e soprattutto il referto dell’autopsia eseguita sul cadavere della vittima. Il responso accerterà le cause del decesso.

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