Israele-Hezbollah, vicina la tregua in Libano: l’accordo di 60 giorni sulla guerra

RMAG news

Sembra sempre più vicina la tregua tra Libano e Israele. Secondo la tv libanese al-Jadid, il cessate il fuoco potrebbe essere annunciata poco dopo le 22:00 in Libano – le 21:00 in Italia – e congiuntamente da Stati Uniti e Francia. Dovrebbe entrare in vigore domani mattina alle 10:00 locali, le 9:00 italiane. Ancora grandi incertezze e discordanze sul numero di morti nel conflitto esploso tra Hezbollah e Israele in conseguenza agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 e alla reazione dello Stato Ebraico.

La tregua, secondo indiscrezione di media israeliani e internazionali, potrebbe durare 60 giorni e prevedere il ritiro dell’esercito dello Stato Ebraico dal sud del Libano e lo spostamento delle forze di Hezbollah a nord del fiume Litani dove l’esercito libanese andrebbe a creare una sorta di zona cuscinetto tra le parti. L’accordo sarà sottoposto solo all’approvazione del gabinetto e non al governo e alla Knesset. Anche il portavoce del Consiglio di sicurezza degli Stati Uniti John Kirby aveva confermato che l’accordo sembrava vicino ma non ancora raggiunto.

In Israele è in corso in queste ore la riunione del gabinetto di sicurezza per approvare l’accordo sul cessate il fuoco. La riunione – cui presenzia anche il primo ministro Benjamin Netanyahu, i ministri della Difesa e degli Esteri – era prevista già prima dell’annuncio della probabile tregua da parte dei media. Netanyahu avrebbe acconsentito in linea di massima alle condizioni su pressioni degli Stati Uniti e dopo aver ottenuto delle rassicurazioni. In particolare avrebbe ottenuto che la cessazione delle ostilità non sarebbe definitiva, perciò si parla di tregua e non di cessate il fuoco. Israele avrebbe libertà di azione per attaccare in Libano per eliminare una minaccia immediata da parte di Hezbollah, in caso di lancio di missili e ordigni al confine.

La situazione è tutt’altro che serena: il ministro della Sicurezza nazionale israeliano e membro del gabinetto di sicurezza, l’ultranazionalista Itamar Ben-Gvir, contrario all’accordo, aveva minacciato che in caso di approvazione della tregua avrebbe minacciato il suo appoggio al governo Netanyahu. Non ha partecipato alla riunione di gabinetto e non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni sul probabile raggiungimento di una tregua. La tregua potrebbe essere annunciata in una dichiarazione del primo ministro libanese ad interim Najib Mikati.

Continua intanto la guerra. E secondo al Mayadeen, televisione vicina a Hezbollah, gli attacchi di oggi nell’area meridionale di Beirut, nel quartiere Dahyeh, sono stati “i più violenti e intensi dall’inizio della guerra”. Almeno tre i morti e 26 i feriti negli attacchi contro un edificio che ospita sfollati a Beirut. Per Hezbollah Israele vuole “vendicarsi sui libanesi” prima della tregua. Soltanto ieri, secondo il ministero della Salute locale, 31 persone sono state uccise in Libano da bombardamenti israeliani. Domenica oltre 250 razzi sono stati esplosi da Hezbollah verso Israele, che li ha intercettati quasi tutte grazie al suo sistema di difesa antiaereo.

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