Lamezia, ok alla cittadella commerciale Borgo Antico, è polemica

Lamezia, ok alla cittadella commerciale Borgo Antico, è polemica

Il Quotidiano del Sud
Lamezia, ok alla cittadella commerciale Borgo Antico, è polemica

Quella del Comune una scelta discrezionale: a Lamezia Terme via libera alla cittadella commerciale Borgo Antico. Nelle sentenze nessun obbligo specifico per l’ente. Sono previsti 4000 mq di uffici

LAMEZIA TERME – A ben vedere, il progetto della società Icom, ovvero la realizzazione di un “Retail Entertainment center regionale” denominato “Borgo Antico” alla fine di via del Progresso, su un terreno a destinazione agricola, che, in prima battuta, avrebbe impegnato 200 mila ettari di territorio per 40 milioni di euro d’investimento interamente privato, che aveva ottenuto una variante urbanistica per un insediamento produttivo, contiene, invece, 4000 metri quadri di uffici che non rientrano nelle attività produttive. Si tratta, quindi, più che altro di un’operazione immobiliare sui cui l’attuale amministrazione comunale ha dato, di fatto, il via libera, trincerandosi, in particolare, su una sentenza del Consiglio di Stato (la numero 4817 del 22 ottobre 2015) che avrebbe (il condizionale è d’obbligo e illustreremo il perché) imposto al Comune di Lamezia di rilasciare il permesso a costruire della cittadella commerciale (o presunta tale).

Nel corso della seduta del Consiglio comunale di lunedì scorso, al termine del quale è stata approvata la convenzione fra Comune e Icom della famiglia Noto di Catanzaro (la società proponente la realizzazione della cittadella commerciale) è stata più volte ribadita, in particolare del sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, che il Consiglio di Stato avrebbe legittimato (o imposto) il rilascio del permesso a costruire (sul quale si sono registrati anni e anni di ricorsi, perfino inerenti la richiesta di un maxi risarcimento di 53 milioni della Icom al Comune, reo di non aver negato il permesso a costruire (il diniego è giunto da parte delle amministrazioni comunali Scaramuzzino prima e Speranza poi, e dei commissari straordinari) stabilito dal Tar in 22 milioni di euro, richiesta di risarcimento alla fine rigettata dal Consiglio di Stato, appunto con la sentenza di ottobre 2025).

Alla fine della seduta consiliare, con tredici voti favorevoli, sei astenuti (astensioni non coerenti soprattutto quelle espresse dal consigliere d’opposizione Piccioni e del gruppo consiliare di Azione i quali hanno inteso astenersi anziché votare contro, considerati gli emendamenti che avevano presentato e il contenuto dei loro interventi in aula), e l’unico voto contrario (quello del consigliere della Lega, Antonio Mastroianni) il Consiglio comunale ha approvato la convenzione, proposta della Giunta Mascaro, riguardante la cessione di aree (compresa la strada funzionale per il nuovo palasport) esecuzione opere di urbanizzazione e loro manutenzione, e permuta terreni per realizzazione delle opere in permesso.

AL VIA I LAVORI: NECESSARI I PROGETTI ESECUTIVI E L’ATTO NOTARILE

Con il via libera alla convenzione, dunque, di fatto, dopo 22 anni (la prima istanza del permesso a costruire risale all’1 agosto 2002, la lunga e tortuosa strada per realizzare la struttura commerciale (e di servizi) dovrebbe essere arrivata all’ultimo tratto. Il condizionale è d’obbligo, infatti, anche sulla effettiva realizzazione, visto che ora necessitano i progetti esecutivi della Icom e l’atto notarile prima che possano partire i lavori.

Ma quello che salta agli occhi, e probabilmente sfuggito ai più (ma non evidentemente all’amministrazione comunale) è che nessuno ha imposto al Comune di rilasciare il permesso a costruire per come è stato più volte ribadito anche in Consiglio comunale. E scopriamo il perché. Il Consiglio di Stato, con la sentenza 7436/2009 confermava le sentenze del Tar 1783/2004 e 122/2006 che hanno accolto i ricorsi avverso gli atti “pasticciati” dei commissari straordinari del Comune che, tardivamente, nel 2003 e 2004, impedivano la variante all’allora Prg per realizzazione del Borgo Antico. Nel febbraio del 2015, sopravviene l’adozione del Piano strutturale comunale (Psc) da parte dell’amministrazione Speranza, con cui l’area di proprietà della Icom veniva destinata per la “Cittadella dello Sport”, nel rispetto del Piano strategico approvato dalla prima amministrazione comunale guidata dal sindaco Speranza.

La sentenza del Consiglio Stato 4817/2015, come si ricorderà, rigettava la richiesta della Icom di risarcimento danni – nella motivazione c’è un breve passaggio sul diritto al permesso di costruire di Icom, da cui si evince che la stessa società non avrebbe utilizzato tutti gli strumenti di tutela concessi dall’ordinamento per chiedere l’attuazione delle pronunce alla stessa favorevoli, ovvero non avrebbe intrapreso il giudizio di ottemperanza – ma non c’è mai stata una espressa e specifica pronuncia del giudice amministrativo sull’obbligo del Comune di rilasciare il permesso di costruire in favore dell’Icom.

Nel luglio del 2017, la Icom presentava al Comune una nuova istanza di permesso a costruire per il Borgo Antico e non era stato emanato alcun provvedimento amministrativo da parte del Comune ( esempio: variante o permesso di costruire) favorevole alla Icom. Cosicchè, a dicembre 2023, il Consiglio comunale approvava il Psc proposto dalla Giunta Mascaro con variazioni sostanziali rispetto alla precedente adozione della Giunta Speranza, prevedendo direttamente nell’art.14, comma 4 del Regolamento Edilizio Urbanistico, il Borgo Antico (si legge: Inoltre è confermato il progetto di un centro commerciale denominato “Borgo Antico”, in via del Progresso, in variante al Prg”). A questo punto della pianificazione urbanistica l’obbligo dell’amministrazione comunale al rilascio del permesso di costruire richiesto” appare un pretesto poiché una situazione pregressa – ribadiamo, mai sancita esplicitamente in un preciso dispositivo del giudice amministrativo – non può condizionare le scelte urbanistiche basate su un ampio potere discrezionale del Comune.

Peraltro, per le variazioni apportate, l’amministrazione Mascaro avrebbe dovuto procedere ad un nuovo iter di adozione, osservazioni etc. Quindi, la previsione del Borgo Antico non appare concretizzarsi con l’obbligo dell’amministrazione al rilascio del permesso di costruire richiesto”, ma, invece, da una scelta discrezionale dell’amministrazione Mascaro di concedere, ex novo, un beneficio alla Icom che, di fatto, sconvolgerà l’assetto urbanistico della città (visto che sono previsti 4000 metri quadri di uffici che non rientrano nelle attività produttive della città) in un’area oggettivamente satura di insediamenti commerciali.

Il Quotidiano del Sud.
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