Mileto, nascerà un villaggio per accogliere i poveri e non solo

Mileto, nascerà un villaggio per accogliere i poveri e non solo

Il Quotidiano del Sud
Mileto, nascerà un villaggio per accogliere i poveri e non solo

Il nuovo progetto lanciato a Mileto da don Domenico Dicarlo punta a restituire dignità e calore umano a chi vive in solitudine, presto nascerà il villaggio di Maria per accogliere in mini casette poveri e non solo i poveri

MILETO (VIBO VALENTIA) – Un progetto di accoglienza, un abbraccio che la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e in particolare la comunità guidata dal parroco della cattedrale don Domenico Dicarlo vuole offrire a quanti sono emarginati dalla società. A quanti vivono, costretti dalla povertà, in condizioni umane disagiate e necessitano di un aiuto.

Il Villaggio di Maria, così si chiamerà il complesso che sarà realizzato negli anni a venire in modo progressivo, «vuole essere il segno tangibile dell’Amore Trinitario, la vita del cristiano è casa di Dio per Volontà Divina. Il Villaggio – ha spiegato don Mimmo Dicarlo – sarà il luogo in cui, gli uomini e le donne si affrancheranno dalla solitudine e si emanciperanno dai bisogni materiali, attraverso la condivisione di spazi e cose e la messa a disposizione del mutuo servizio».

Il sacerdote nel presentare il progetto non rinuncia a mettere in luce l’aspetto spirituale dell’idea chiarendo, nel solco dell’operato di Papa Francesco, che «il Villaggio di Maria vuole essere una strada per vivere in pienezza la Parola di Dio come avveniva nelle prime comunità cristiane». Inoltre, «gli uomini e le donne di buona volontà che vorranno abitare il Villaggio di Maria metteranno a disposizione i loro beni personali, i loro talenti, le loro risorse individuali, il loro lavoro, il loro servizio (ciascuno nella misura in cui può), a disposizione della comunità tutta, in modo che ciascuno abbia il suo necessario e tutti abbiano la pienezza del possibile».

NASCE A MILETO IL VILLAGGIO DI MARIA PER ACCOGLIERE I POVERI E NON SOLO

Non un semplice complesso di alloggi, dunque, ma una vera e propria comunità per offrire oltre che una dimora anche una sorta di calore umano. «Ecco dunque che si intende realizzare, intorno alla Cappella dei Miracoli consacrata lo scorso 7 dicembre dal vescovo Attilio Nostro, gradualmente, un villaggio costituito da tante casette autonome di 50/60 mq. adatte – ha spiegato ancora don Dicarlo – ad accogliere 2/3 persone. Si tratta di casette in legno, prefabbricate, dotate di tutti gli spazi e i confort per venire incontro alle esigenze specifiche di ciascuno degli abitanti. È stato già individuato e acquistato un terreno nel Comune di Mileto dove verrà realizzata l’opera, la progettazione è in itinere, i tempi previsti per l’esecuzione sono stati stimati dai tecnici, in circa 3 anni dalla posa della prima pietra».

Il sacerdote ha inoltre spiegato che «le casette garantiranno gli spazi di vita intima e personale di ciascuno, i luoghi di relazione e socialità, invece, saranno comuni e di tutti. La comunanza sarà il leitmotiv dell’Opera. Il motto sarà: “Chi può, faccia e dia, chi non può, riceva, accolga e preghi!”».

Andando al dettaglio del progetto, oltre alle mini abitazioni è prevista la realizzazione di una cucina di grandi dimensioni, in modo da servire l’intera comunità, e diverse altre sale multifunzionali. Presente, inoltre, «una lavanderia che garantirà il servizio a tutti gli abitanti e ci saranno una serie di laboratori, un orto solidale da coltivare per partecipare al sostentamento degli abitanti del villaggio, una pista ciclabile per praticare sport ma soprattutto per avvicinare gli adolescenti e i giovani al villaggio e alla sua filosofia, una palestra per curare il corpo, un teatro per dare la possibilità a ciascuno di potersi sperimentare attraverso la verbalizzazione delle proprie emozioni più intime, una piscina per risperimentare il momento della nascita (Talassa)».

UN PROGETTO DI VITA COMUNE

Un progetto di vita comune per allontanare chi ha perso tutto dalla solitudine e dell’abbandono e contribuire a restituire a ciascuno fiducia nei propri mezzi oltre che un benessere fisico e mentale più umano. «Si pensa – ha proseguito – di dare la possibilità a chi sa e può, la responsabilità di coltivare piccoli appezzamenti di terreno che possano produrre ortaggi e frutti genuini per il sostentamento degli abitanti del villaggio e per offrire gratuitamente, tutti gli eccessi a chi, anche al di là del Villaggio, possa averne bisogno».

Per le attività psico fisiche, quindi, è prevista la creazione di una pista ciclabile, alla cui realizzazione collaborerà anche Mimmo Bulzomì storico patron della 6 giorni del Sole «uno dei sostenitori del Villaggio – ha spiegato don Dicarlo – amante del Ciclismo e ispiratore di molte competizioni agonistiche sia a livello regionale che a livello nazionale. Il velodromo vorrà essere uno strumento con duplice funzione: far praticare sport salutare agli abitanti e avvicinare le persone esterne al villaggio, soprattutto i giovani, in modo che ne possano conoscere la filosofia e la mission». Analogamente è prevista la realizzazione di una palestra, di una piscina e di un teatro.

L’APPELLO ALLA COMUNITÀ

La prima abitazione realizzata sarà per «Gennaro A. un uomo dalla vita difficile che ha speso molti anni tra tormenti e solitudine, e che ha deciso di acquistare, grazie ad un’inaspettata eredità di un imprevisto zio d’America, la casetta di inizio, che sarà donata al Villaggio e utilizzata da lui per tutta la vita che egli vorrà trascorrervi. La casa di Gennaro potrà accogliere altre 2 persone al massimo e sarà l’antesignana di questo nuovo progetto di vita comune».

In conclusione. don Dicarlo ha rivolto il suo appello alla comunità diocesana affinché collabori alla realizzazione del progetto. «Abbiamo bisogno dell’aiuto e del supporto di tutti gli uomini e le donne di buona volontà che, come i primi cristiani, vivevano fraternamente, pregavano insieme, ascoltavano gli Apostoli, partecipavano alla Cena del Signore e mettevano in comune ciò che possedevano. Abbiamo bisogno di momenti e spazi di preghiera e condivisione collettiva affinché, possiamo rendere piena testimonianza della Resurrezione del Signore nella vita di ognuno di noi. Ci affidiamo fin da adesso per tutte le opere spirituali e materiali alla potente intercessione della Vergine Maria Corredentrice».

Il Quotidiano del Sud.
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