Sui Carabinieri vince la linea Crosetto. Il Consiglio dei ministri tenuto martedì 12 novembre ha dato il via libera alla nomina di Salvatore Luongo, 62enne napoletano, da maggio vice comandante dell’Arma, a comandante generale dei Carabinieri.
Una nomina al fotofinish: Luongo prende il posto dell’uscente Teo Luzi a tre giorni dalla cerimonia di avvicendamento nella carica, prevista il 15 novembre presso la caserma Salvo D’Acquisto a Roma.
Una decisione resa complicata e lunga dalla faida tutta interna al governo e alla maggioranza sul nome del successore di Luzi. Da una parte Crosetto, che puntava su Luongo, dall’altra i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari che, rispettivamente, puntano su Mario Cinque, capo di stato maggiore di viale Romania, e Riccardo Galletta, comandante interregionale “Pastrengo”.
Luongo ha maturato vasta esperienza “di campo”: è stato comandante provinciale dell’Arma a Roma, a Milano e in Calabria. Per otto anni, dal 2016 al 2023, è stato quindi capo dell’ufficio legislativo del ministero della Difesa è così che ha potuto lavorare a contatto col ministro Guido Crosetto, che ha fortemente puntato su di lui creando anche un caso all’interno della maggioranza e dei due sottosegretari vicinissimi alla premier Meloni come Mantovano e Fazzolari, che puntavano su altri nomi per il ruolo.
Una figura, quella di Luongo, apprezzata a sinistra come a destra: il neo comandante dell’Arma era diventato capo dell’ufficio legislativo del ministero della Difesa con Roberta Pinotti, del Partito Democratico, ed era stato poi confermato in quella posizione da Elisabetta Trenta, ministra della Difesa del primo governo Conte, quello dell’alleanza giallo-verde tra Movimento 5 Stelle e Lega. Una figura fortemente apprezzata da Crosetto che, nell’ottica di un passaggio “propedeutico” alla promozione al vertice dei Carabinieri, lo aveva proposto come vice comandante dell’Arma lo scorso maggio.