Sud e agroalimentare tengono alta la bandiera dell’export

Sud e agroalimentare tengono alta la bandiera dell’export

Il Quotidiano del Sud
Sud e agroalimentare tengono alta la bandiera dell’export

Secondo i dati del primo semestre rispetto al 2023 l’export è aumentato dell’1,9% al Sud e del 7,3% nelle Isole a fronte di una flessione nel Nord e Centro; brillante l’agroalimentare

Le tensioni mondiali si fanno sentire sulle esportazioni italiane. Ma Mezzogiorno e agroalimentare tengono alta nel mondo la bandiera del made in Italy. Nel periodo gennaio-giugno rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente Sud e Isole guidano il motore delle esportazioni rispettivamente con +1,9% e +7,3% a fronte di significative flessioni nel Nord-ovest (-3,5%), Centro (-2,3%) e Nord-est (-1,4%).

EXPORT: SUD E AGROALIMENTARE TRAINANO. L’ANALISI ISTAT

L’analisi dell’Istat relativa all’export delle regioni evidenzia le peggiori performance nelle Marche (-41,3%), in Basilicata (-40,9%) e Liguria (-26,3%). La spinta arriva dalla Sardegna (+18,8%), tallonata dalla Calabria (+18%) e poi a seguire Molise (+14,2%), Campania (+8,8%) e Toscana (+8,7%). Ad affossare il commercio con l’estero delle Marche, che incide per l’1,4% sul dato negativo nazionale, le vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici. Contributo negativo anche dagli autoveicoli di Piemonte e Basilicata e dai metalli di base e prodotti in metallo di Lombardia e Veneto. A sostenere i flussi con l’estero invece articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi e apparati medici della Toscana, farmaceutici, chimico-medicinali e botanici sempre toscani a cui si aggiungono Campania e Lazio con un impulso positivo del 2 per cento.

A livello di destinazioni nel bilancio in rosso delle Marche incidono le minori esportazioni, in particolare, di prodotti farmaceutici verso Cina (-94,9%) e Belgio (-55,8%). In Toscana pesa il crollo verso la Svizzera (-64,8%), così come per la Liguria il -80,5% verso gli Stati Uniti. Anche per la Lombardia contratte le spedizioni in Germania (-6%), Stati Uniti (-5,7%) e Francia (-5,3%). Per la Toscana uno sbocco ricco è la Turchia con un segno una crescita del 275,8%, al traino oggetti di gioielleria di metalli preziosi, a cui si aggiungono gli Stati Uniti (+40%).
La Campania ha rafforzato la presenza in Svizzera (+63,6%) e il Friuli-Venezia Giulia negli Usa (+119,3%). Province superstar Arezzo, Firenze, Latina, Napoli e Gorizia, mentre nella lista nera entrano Ascoli Piceno, Torino, Genova, Livorno e Potenza. La Campania con la farmaceutica e la Sardegna con i prodotti della raffinazione, spiega l’Istituto di Statistica, forniscono un contributo importante anche se si avverte comunque nel Mezzogiorno e delle Isole un rallentamento.

Dopo i primati del Sud nell’export anche i successi dell’agroalimentare

L’agroalimentare continua poi a inanellare successi sui mercati esteri confermandosi così – spiega il Monitor dei distretti agroalimentari italiani realizzato da Intesa Sanpaolo – “uno dei settori più brillanti per l’export, nonostante scenari complessi dal punto di vista geopolitico e climatico”. Dopo un 2023 di crescita (+4,5% sul 2022) i distretti agroalimentari hanno proseguito la corsa e nel primo trimestre dell’anno le esportazioni hanno raggiunto 7,1 miliardi, 441 milioni in più dello stesso periodo dell’anno precedente. L’andamento dei distretti è in linea con quello dell’agroalimentare nel suo complesso e si muove in controtendenza rispetto agli altri distretti manifatturieri in calo del 2,7%. Tra i distretti agroalimentari viaggiano a pieno ritmo alcuni targati Sud.

In prima linea le conserve con spedizioni in aumento dell’8,4% per la forte accelerazione delle Conserve di Nocera (+10,5%) un distretto che da solo contribuisce con 41 milioni ai 65 milioni di aumento totale della filiera nel trimestre. Brillante anche il trend dell’olio (+65%) con il contributo dell’Umbria e Toscana, ma soprattutto dell’olio e pasta del barese (+55,4%). In flessione invece nella filiera lattiero casearia la Mozzarella di Bufala campana che perde il 10,3% (dopo un +7,4% del 2023) a fronte del boom del settore parmense (+36%).
Marciano anche pasta e dolci (+4,4%) e i distretti vitivinicoli con 1,5 miliardi di export e una crescita del 2,4% in cui spiccano i vini del Veronese (+11,6%) e dei Colli fiorentini e senesi (+7,4%). Mentre arretrano Langhe, Roero e Monferrato (-2%). Resta sulle stesse posizioni del 2023 il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene che si ferma a +0,4%. Corrono i salumi di Parma (+17,6%) e di Modena (+8,8%), ma arretra il riso.

La Germania il primo partner commerciale

La Germania, nonostante le difficoltà economiche, si conferma il primo partner commerciale dei distretti agroalimentari (+4,2%), ma in ripresa anche gli Stati Uniti (+17,2%). Battono invece la fiacca Francia (+1,9%) e Regno Unito (+0,8%). In progresso, secondo i dati del Monitor di Intesa Sanpaolo, anche le economie “emergenti” che rappresentano il 20% del totale delle spedizioni dei distretti made in Italy e con un balzo di oltre il 10% doppiano le economie avanzate. Tra i principali sbocchi la Polonia (+10,3%) e la Romania (+17,5%), bene anche Cina (+6,9%) e Russia (+44,7%).

IL REPORT DI INTESA SAN PAOLO

Il report di Intesa Sanpaolo, che ha messo in campo dal 2021 a oggi oltre 6 miliardi destinati a supportare competitività e crescita sui mercati esteri delle piccole e medie imprese agroalimentari, è una cartina al tornasole della capacità di tenuta del settore nonostante le condizioni avverse. I conflitti favoriscono la volatilità dei prezzi delle materie prime e creano terreno fertile per le speculazioni che impattano sui costi delle imprese. Costi particolarmente elevati anche per quanto riguarda i trasporti per effetto, tra l’altro, del passaggio sempre insicuro nel Mar Rosso che costringe a un allungamento delle rotte. Ma a incidere sono anche i fenomeni meteo avversi che stanno devastando con una gravissima siccità il Sud e con inondazioni il Nord.

L’ultima ondata di maltempo ha distrutto serre e colture con molti vigneti impraticabili proprio nella delicata fase delle operazioni di raccolta. Secondo il primo bilancio di Coldiretti tra le regioni più colpite c’è la Toscana dove grandine e raffiche di vento hanno distrutto gli ortaggi e compromesso le produzioni appena seminate in vista dell’autunno. Danni consistenti per milioni anche in Liguria dove sono in ginocchio produzioni florovivaistiche e piante aromatiche. E non è superata l’emergenza siccità. Proprio ieri Coldiretti Sardegna ha denunciato che le campagne sono a secco e ha rilanciato alla Regione la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità. E l’allarme è arrivato anche dalla Coldiretti della Puglia dove la grande sete ha dimezzato le produzioni in campagna. In queste condizioni si può davvero dire che i risultati dell’agroalimentare, in particolare al Sud, con la capacità di consolidarsi sui mercati mondiali sono un vero miracolo.

Il Quotidiano del Sud.
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