Thomas Ceccon: “Federica Pellegrini? Non rappresenta niente per me, ho subito nonnismo in Nazionale”

RMAG news

Anche il nuoto, in tempo di dissing, non resta un campo pacifico. Per Thomas Ceccon la “Divina” Federica Pellegrini, la donna e atleta che ha portato a un nuovo livello di notorietà il nuoto femminile, rappresenta “niente”. Proprio così: “Non è mai venuta a dirmi una parola. Si fa i fatti suoi, e io mi faccio i fatti miei. L’ho vista allenarsi tantissimo. L’ho ammirata come sportiva. Per il resto, sinceramente, no”. D’altronde non c’è scritto da nessuna parte che nello sport, anche tra compagni di squadra, si debba essere necessariamente amici. Si è raccontato a tutto campo il nuotatore in un’intervista a Il Corriere della Sera.

Ha raccontato della sua “acquaticità“, una specie di talento naturale per il nuoto, “una cosa innata, che non si insegna. Ci sono quelli che galleggiano meglio, che spostano più acqua con una bracciata”. Alberto Burlina, il suo allenatore, gli disse di darsi una calmata quando il ragazzino gli disse che avrebbe vinto l’oro olimpico, Ceccon aveva 15 anni. Ha ricordato anche di aver subito atti di nonnismo in Nazionale italiana. “Forse è stata anche colpa mia: ero molto giovane, facevo casino. Però un atleta più grande, se vuole spiegarti come ci si comporta, può avere altri modi che non riempirti di olio la valigia con i vestiti”.

Per tre volte oro ai Mondiali, quattro in vasca corta, quattro agli Europei, due in vasca corta, 24 ai Campionati italiani. Oro alle ultime Olimpiadi di Parigi del 2024 nei 100 metri dorso più un bronzo, un argento e un bronzo a Tokyo nel 2021. Ma adesso si sente “svuotato. Più vinci, più vai su; ma più vai anche giù. Fatico a ricominciare la vita di sempre. Sono spiazzato. Vado a letto all’ora in cui di solito mi alzo, le sei del mattino, anche alle sette. Dormo fino alle due di pomeriggio”.

Anche un calo di motivazione, la fine di una relazione sentimentale poco prima dell’inizio dei Giochi. Sarebbe cominciato tutto, tutta la questione del nuoto, da una delusione d’amore. “Avevo diciotto anni. Era la seconda volta che ero innamorato, non mi succedeva da ragazzino. Un colpo duro. Lei era una bravissima persona, ma insomma è finita, e io mi sono gettato nel nuoto e nelle gare anche per sfogare la rabbia, anche perché avevo qualcosa in più da dimostrare a qualcuno”.

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