Secessione dei ricchi, depositato in Cassazione il referendum contro l’autonomia differenziata: prove di “campo largo”

RMAG news

Davanti alla Cassazione si è ritrovato un campo largo, ma non larghissimo, per presentare il referendum che vorrebbe abrogare l’intera legge Calderoli sull’autonomia differenziata. “Decidiamo oggi di aprire una stagione di referendum”, da vecchio radicale, potrebbero essere le parole di Magi, ma è Maurizio Landini che parla, per spiegare che “l’autonomia differenziata porta a differenziare i diritti. Divide il Paese e porta a un arretramento sui diritti. Per questo invitiamo i cittadini a votare, per difendere la propria libertà e i propri diritti”. A questo la Cgil affianca altri 4 referendum su Jobs Act e lavoro per chiedere 5 sì.

Accanto a Maurizio Landini, Alleanza Verdi e Sinistra con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, Maria Elena Boschi, Riccardo Magi, ma anche Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista, Enzo Maraio del Psi, Alessandra Maiorino e Alfonso Colucci del M5s, e Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale della Rete dei numeri Pari, la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente del M5s Giuseppe Conte. Per Elly Schlein “oggi è una bella giornata, siamo tante e tante forze politiche, sociali, associative contro l’autonomia differenziata. Siamo qui per non consentire che si spacchi in due questo Paese. Un bambino che nasce a Reggio Calabria ha cinque anni di aspettativa in meno rispetto a uno che nasce a Bologna”. Ancora non si vede Conte. “Arriverà alle 10,” dicono i suoi. Bonelli e Fratoianni sono invece arrivati puntuali, parlottano tra loro sulle strategie per diffondere in maniera capillare i temi del referendum.

“Non facciamo la foto davanti a queste impalcature,” dicono i fotografi, in riferimento ai lavori di restauro della facciata barocca del Palazzaccio. “Perché no?” risponde Bonelli, “Così facciamo vedere che il nostro è un cantiere, il Cantiere dell’Opposizione.” “Lascia stare,” gli fa eco Fratoianni, “piuttosto sembrerebbe uno spot al Superbonus 110%…” . Ai giornalisti Bonelli spiega che bisogna “Fermare questo mercimonio Salvini-Meloni, ossia l’autonomia differenziata in cambio del premierato: non solo Meloni svende il Sud a Salvini, ma indebolisce il sistema produttivo ed economico. Pensiamo all’energia, si frammentano le competenze, è anche un problema per le imprese e l’economia.” Gli fa eco il suo “gemello diverso” Fratoianni: “L’Italia è un paese in cui, in base al luogo in cui nasci, hai una diversa aspettativa di vita: questa vergogna va cancellata e sono convinto che gli italiani, la Repubblica, sapranno rispondere.”

Infine arriva anche Conte. “La devo chiamare Presidente o ‘compagno’?”, gli chiede ironicamente un giornalista in riferimento all’adesione del M5s Europa al gruppo The Left. Il leader grillino lo fulmina con uno sguardo. “Lo firmeremo tutti insieme per evitare la condanna a morte della sanità, dell’istruzione, delle infrastrutture, specialmente nelle aree più in difficoltà del Paese e per evitare che un macigno arrivi sulle imprese del Nord che rischiano di essere soffocate da venti democrazie,” spiega. Maria Elena Boschi rappresenta il massimo di allargamento del “Cantiere,” ma fa sapere che come Italia Viva “ci mobiliteremo per la raccolta firme, che è un messaggio potente al governo Meloni e ci saranno anche divisioni nella maggioranza, sono già iniziate.” Ma poi ci tiene a sottolineare la loro “differenza”: “Restano differenze su altri temi e ovviamente al referendum sul Jobs Act saremo dalla parte opposta.” Landini, lì vicino, fa finta di non aver sentito.

Ma il referendum non è sostenuto solo dai partiti del ‘Cantiere’ e dalla Cgil. A firmare entrano anche Legambiente, Libera, Link/Uds, Acli, Possibile, WWF e tante altre sigle, in tutto 34. Tutti insieme vanno ad apporre la firma di presentazione del quesito “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’?” Prima dell’entrata in Cassazione, però, i fotografi, veri registi della kermesse mattutina, ora vogliono la foto tutti insieme. “Ma sfidiamo l’anatema Travaglio?” chiede qualcuno, in riferimento all’idea del direttore del Fatto Quotidiano che le foto insieme portino sfortuna al centrosinistra. Vasto e Narni lo hanno dimostrato in passato. Noncuranti del pericolo si mettono in posa. Che Landini ce la porti buona.

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