Libano, Israele aumenta la pressione su Hezbollah: raid in tutto il Paese e oltre 50 morti, l’IDF ordina l’evacuazione

RMAG news

L’epicentro del conflitto è ormai spostato dal sud, la Striscia di Gaza che continua ad essere colpita giornalmente da missili e attacchi aerei, gli ultimi a Dair al Balah, dove l’IDF ha ucciso almeno cinque persone, e contro la scuola Khaled bin al Walid nel campo profughi di Nuseirat, e al nord, il Libano del gruppo Hezbollah.

È qui infatti che da giorni si concentrano le attenzioni di Israele e delle sue forze militari. Nella notte tra il 22 e il 23 settembre almeno 80 attacchi sono stati compiuti dall’esercito israeliano, colpendo più di 300 obiettivi di Hezbollah in Libano.

Il ministero della Salute del Libano ha affermato che almeno 50 persone sono state uccise e oltre 300 ferite, tra cui bambini, donne e medici, negli attacchi israeliani di lunedì che hanno preso di mira il Libano meridionale.

L’ordine di evacuazione israeliano in Libano

Il modus operandi israeliano in Libano appare lo stesso perpetrato anche nella Striscia di Gaza. Lunedì mattina il portavoce e forze armate israeliane, Daniel Hagari, ha lanciato per la prima volta un ampio avvertimento alla popolazione del Libano meridionale chiedendo di lasciare le loro case e presagendo così nuovi pesanti attacchi sul territorio.

“Se i cittadini non si sono già allontanati dalle case e dagli altri edifici civili in cui vivono e risiedono, ma dove Hezbollah ha immagazzinato razzi o intrapreso altre azioni, ora devono abbandonare quelle aree”, ha detto Hagari.

Il primo avviso di evacuazione di massa alla popolazione libanese arriva poche ore dopo una violenta serie di attacchi che hanno preso di mira il sud del Paese, nella regione di Zahrani, ma anche la valle della Bekaa, nel Libano orientale.

Truppe israeliane in Libano?

Ma l’IDF potrebbe non limitarsi a “semplici” operazioni via aerea, provvedendo ad una operazione via terra in Libano. Lo ha lasciato intendere lo stesso portavoce Hagari rispondendo a una domanda su una possibile incursione di terra in Libano: Hagari ha spiegato che Israele “farà tutto il necessario” per riportare i residenti evacuati dal nord di Israele alle loro case in sicurezza, una priorità di guerra per il governo di estrema destra di Netanyahu.

Lo ha confermato anche l’ex comandante dello Stato maggiore dell’IDF, il maggiore generale Gershon HaCohen, parlando all’emittente radio 103fm. “È del tutto possibile che le Forze di difesa israeliane debbano entrare in Libano via terra”, ha detto HaCohen.

“Anche senza schierare forze di terra, l’aeronautica, utilizzando intelligence precisa, può causare danni significativi alle capacità di combattimento di Hezbollah”, ha aggiunto, “tuttavia, è del tutto possibile che dovremo entrare con forze di terra. L’Idf è pronto e ha preparato una strategia, se necessario. Mentre esiste una pressione internazionale, il ritorno dei residenti del nord è ora uno degli obiettivi di guerra dichiarati di Israele”, ha precisato l’ex l’ex comandante dello Stato maggiore dell’IDF.

Mikati: “Da Israele guerra di sterminio”

La nuova durissima offensiva militare israeliana ha ovviamente provocato una dura reazione politica in Libano. Il primo ministro libanese Najib Mikati durante una riunione del governo a Beirut ha definito l’aggressione israeliana “una guerra di sterminio in tutti i sensi e un piano distruttivo che mira a distruggere i villaggi e le città libanesi”.

Mikati, che ha rinunciato a partire per New York dove avrebbe dovuto partecipare all’Assemblea generale dell’Onu, ha quindi rivolto un appello ale “Nazioni Unite, l’Assemblea generale e i paesi influenti” perché “fermino l’aggressione” israeliana.

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