Crotone, aste truccate all’ombra dei clan: 4 condanne e 10 assoluzioni

Crotone, aste truccate all’ombra dei clan: 4 condanne e 10 assoluzioni

Il Quotidiano del Sud
Crotone, aste truccate all’ombra dei clan: 4 condanne e 10 assoluzioni

Processo Turos, per le aste truccate a Crotone più assoluzioni che condanne. Coinvolti avvocati: una giudicata innocente, l’altro colpevole

CROTONE – Quattro condanne e dieci assoluzioni. Sono le decisioni del Tribunale penale di Crotone nei confronti degli imputati che hanno scelto il rito ordinario nel processo scaturito da un’inchiesta che avrebbe svelato l’ombra dei clan del Crotonese sull’asta di immobili pignorati che dovevano necessariamente tornare ai proprietari o essere aggiudicati a prestanome per sfuggire a eventuali sequestri, almeno secondo l’accusa. L’inchiesta, che già aveva portato all’operazione Turos con cui fu stroncato un vasto giro di usura nella zona di confine tra le province di Crotone e Catanzaro, si era ampliata col coinvolgimento di avvocati e pubblici ufficiali ma anche di presunti esponenti dei clan.

  Ma reggono solo in parte le ipotesi di trasferimento fraudolento di beni, turbativa d’asta e riciclaggio con l’aggravante mafiosa ruotanti attorno a procedure esecutive immobiliari. Il pm della Dda di Catanzaro Paolo Sirleo aveva chiesto 8 condanne e 6 assoluzioni.

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LA SENTENZA

Ecco tutte le decisioni (in parentesi le richieste).  Alessandra Auditore (46 anni), di Crotone: (assoluzione) assolta; Giancarlo Caterisano (34), di Isola Capo Rizzuto: (assoluzione) assolto; Francesco Correale (50), di Crotone: (assoluzione) assolto; Gaetano Correale (25), di Crotone: (assoluzione) assolto; Cesare Curatola (79), di Catanzaro: (4 anni) assolto; Francesco Falcone (74), di Cutro: (3 anni) 2 anni e 6 mesi; Giuseppe Gigliarano (39), di Conegliano Veneto: (assoluzione) assolto; Rocco Gigliarano (34), di Isola Capo Rizzuto: (assoluzione) assolto; Giuseppe Giordano (66), di Crotone: (3 anni) assolto; Gerardo Padula (70), di Crotone: (4 anni) 3 anni; Antonio Provenzano (67), di Isola Capo Rizzuto: (3 anni) 2 anni e 6 mesi; Francesco Rondinelli (54), di Isola Capo Rizzuto: (6 anni) assolto; Palma Spina (48), di Catanzaro: (6 anni) assolta; Giuseppe Verterame (75), di Isola Capo Rizzuto: (4 anni) 2 anni e 6 mesi.

PROFESSIONISTI

Coinvolti, tra gli altri, l’avvocatessa catanzarese  Palma Spina (la cui posizione è stata già archiviata nell’ambito dell’inchiesta Genesi) e l’avvocato crotonese delegato alla vendita, Gerardo Padula. La prima assolta, il secondo condannato.

FABBRICATI A ISOLA CAPO RIZZUTO

Una delle vicende chiave vedeva l’imputato Francesco Rondinelli, per il quale erano stati chiesti sei anni, interessato alla procedura relativa ad alcuni fabbricati a Isola Capo Rizzuto. Per eludere misure di prevenzione derivanti da un’indagine su un giro di usura e dal legame con la famiglia Turrà ritenuta contigua alla cosca Grande Aracri di Cutro,  Rondinelli, secondo l’accusa, si sarebbe rivolto a Cesare Curatola, catanzarese anche lui, perché nominasse l’avvocatessa la quale, consapevole dell’operazione, avrebbe avanzato istanza di ammissione alla vendita all’incanto consentendo l’aggiudicazione dell’immobile in modo che non figurasse lo stesso Rondinelli. Ma neanche questa accusa ha retto.

COMPLESSO IMMOBILIARE SEMPRE A ISOLA

Ipotesi di turbativa d’asta sempre con l’aggravante mafiosa erano contestate anche in relazione alla procedura esecutiva del complesso immobiliare Park Hotel all’interno del villaggio Stunio di Isola Capo Rizzuto. Ne rispondeva con l’avvocato Padula anche Giuseppe Giordano, amministratore unico di Promatur di cui era socio insieme a una figlia di Giuseppe Verterame, imputato anche lui e ritenuto contiguo alla cosca Arena di Isola, il quale avrebbe minacciato con metodo mafioso una persona interessata al cespite durante un sopralluogo. L’aggiudicazione avvenne a un prezzo di gran lunga inferiore a quello stimato da una perizia. Ma è stato ritenuto colpevole il solo Verterame.

VENDITA A SAN LEONARDO DI CUTRO

E ancora, Francesco Falcone, imparentato col clan Mannolo di San Leonardo di Cutro, insieme al solito avvocato Padula era accusato di turbativa d’asta con l’aggravante mafiosa poiché, durante un sopralluogo col delegato alla vendita che non segnalò nulla alle autorità, avrebbe fatto allontanare un offerente per un altro immobile  pignorato; l’uomo venne addirittura circondato da quattro persone. L’immobile che era stato tolto a Falcone è ubicato a San Leonardo di Cutro. Falcone è stato condannato con Padula.

PIGNORAMENTO A PAPANICE

Altro immobile pignorato che doveva necessariamente tornare ai proprietari è quello per cui Rocco Devona, esponente apicale della cosca Megna del quartiere Papanice di Crotone, prestò alle teste di legno, o presunte tali, il denaro occorrente per l’aggiudicazione. Questo capo d’accusa è però crollato nel filone processuale del rito abbreviato e Devona è stato assolto. Il pm chiedeva l’assoluzione per quanti rispondevano dello stesso episodio nel rito ordinario. E la richiesta è stata accolta.

LA DIFESA

Accolte, sia pure in parte, le tesi del collegio difensivo, rappresentato dagli avvocati Luigi Amoruso, Antonello Fuscà, Enzo Ioppoli, Bernardo Marasco, Pasquale Le Pera, Mario Nigro. Furono in tutto otto le condanne inflitte col rito abbreviato nel dicembre 2022.

Il Quotidiano del Sud.
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