Elezioni in Austria, caos nel governo Meloni: la vittoria di Kickl divide Forza Italia e Lega tra “rigurgiti nazisti” e applausi

RMAG news

La vittoria del Partito della Libertà in Austria, il successo dell’estrema destra di Herbert Kickl, divide la destra italiana. Dai partiti di governo alleati di Giorgia Meloni arrivano infatti opposte letture del voto di domenica a Vienna, col successo monco dell’Fpo, che pur essendo primo partito dovrebbe trovarsi di fronte un “cordone sanitario” da parte di Popolari e Socialisti, disposti ad una “Grosse Koalition” assieme anche ai liberali di Neos per fermare l’avanzata al potere dell’onda nera neo-post-nazista.

È proprio sulla “definizione” del Partito della Libertà austriaco che Forza Italia e Lega si trovano su lati opposti delle barricate.

Tajani contro il “rigurgito nazista”

Da una parte c’è il vicepremier forzista Antonio Tajani, in Europa con il PPE e dunque all’interno della maggioranza Ursula: “Credo che in Austria serva una forma di governo a guida popolare che escluda il Partito della libertà” ha spiegato il ministro degli Esteri a “Specchio dei tempi” su Rainews. “L’estrema destra da sola non è mai in grado di vincere, lo abbiamo visto in Francia. Le battaglie politiche si vincono sempre al centro”, ha spiegato Tajani, secondo cui “bisogna condannare e respingere” ogni “rigurgito nazista”.

“È da isolare tutto ciò che ci fa pensare a rigurgiti neonazisti: ieri siamo stati con il presidente Mattarella a Marzabotto e il presidente tedesco ha chiesto scusa per le stragi naziste”, le parole di Tajani.

Salvini difende gli alleati in Europa

Ben diverso il sentimento espresso da Salvini. Già a caldo, dopo i primi risultati del voto austriaco, la Lega sottolineava che le elezioni avevano “premiato i nostri amici e alleati, una giornata storica nel nome del cambiamento. A chi parla di “estrema destra”, ricordiamo che a Vienna (come in quasi tutta Europa) di estremo c’è solo la voglia di cambiare rimettendo al centro i valori del lavoro, della famiglia e della sicurezza”.

Dopo le parole di Tajani, è stato poi Salvini in prima persona a rilanciare la battaglia in difesa dell’alleato austriaco nell’eurogruppo dei Patrioti, quello formato assieme anche al partito ungherese di Viktor Orban: “Stamattina qualcuno parlava di nazismo: c’è qualcuno che dorme male o che mangia pesante, perché non penso ci sia l’allarme neonazista in Francia, o in Germania, in Austria e in Olanda”, sottolineando che “i cittadini votano bisogna rispettare il voto popolare. Se gli austriaci hanno deciso che il primo partito fosse il Partito della Libertà, che ha i temi della sicurezza, contrasto all’immigrazione clandestina, della difesa del lavoro e della famiglia fra le loro priorità, vuol dire che così la pensano gli austriaci. Saranno a Pontida e nessuno si offenda”.

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