Ultras di Inter e Milan arrestati: cosa c’entra la ‘Ndrangheta, “sudditanza” dei club verso le curve

RMAG news

“La passione sportiva appare mero pretesto per governare sinergicamente ogni possibile introito in un quadro fosco in cui interessi di natura economica speculazioni e condotte delittuosi ascrivibili all’ordinaria dinamica degli stadi si coniugano con un fattore di recente emersione, le affezioni della ‘Ndrangheta sul mondo del tifo organizzato come segnalato dalla commissione parlamentare antimafia dell’anno 2017”. Questo si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, a carico di 19 tifosi di Milan e Inter, 16 in carcere, 3 ai domiciliari che in nome di una santa alleanza si spartivano i traffici illeciti dai biglietti ai parcheggi.

Per molti versi si tratta della scoperta dell’acqua calda. Funziona da anni così con molte società di calcio. Anche se da tempo immemore ci sono anime belle sia in buona fede sia in mala fede che blaterano “ma questi non sono veri tifosi”. E invece sono proprio tifosi che influenzano non solo il comportamento di molti appassionati ma soprattutto quello di dirigenti, allenatori e giocatori con cui sono in contatto e ai quali non esitano a telefonare per garantirsi “favori” che permettano loro di continuare l’attività. Attività e carriere da tifosi sia chiaro perché molte di queste persone non hanno una occupazione, un lavoro. Vivono “tifando”, cioè incassando soldi dai traffici tratteggiati nell’ordinanza del gip.

Il capo della curva dell’Inter telefonava all’allenatore Simone Inzaghi per chiedergli di intervenire sul presidente Beppe Marotta “per i biglietti”. Si parla dell’attività di bagarinaggio per fare ingenti profitti. Il giudice usa il termine “sudditanza” per descrivere il comportamento della società nerazzurra verso le curve. Non ci sono dirigenti tra gli indagati, ma insomma il quadro è sufficientemente chiaro. Agli atti c’è una telefonata di Federico Lucia in arte Fedez a Luca Lucci capo della tifoseria milanista comparso anni fa in una famosa foto con Matteo Salviniper avere la possibilità di somministrare la bevanda a marchio ‘Boem’ all’interno dello stadio”. Lucci dice che accetta e aggiunge: “Se vuoi mi muovo anche con l’Inter”.

Tra le abitazioni perquisite c’è anche quella di Antonio Bellocco, erede della omonima cosca di ‘Ndrangheta ucciso il 4 settembre scorso da Andrea Beretta capo ultrà interista. Il quadro è quello di un “pallone nel burrone” tanto per citare il titolo di un libro uscito anni fa dove si denunciavano i guai del calcio. Il calcio oggi è soprattutto questo. Ben difficilmente come sempre accade sarà l’intervento dei magistrati a risanarlo.

 

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