Ddl sicurezza ‘populista e illiberale’: penalisti in stato di agitazione

RMAG news

“Il contenuto dell’intero pacchetto sicurezza lungi dal porsi in sintonia con un programma di riforma della giustizia in senso liberale, rivela nel suo complesso e nelle singole norme una matrice securitaria sostanzialmente populista, profondamente illiberale e autoritaria, caratterizzata da uno sproporzionato e ingiustificato rigore punitivo nei confronti dei fenomeni devianti meno gravi ed ai danni dei soggetti più deboli, caratterizzandosi per l’introduzione di una iniqua scala valoriale, in relazione alla quale taluni beni risultano meritevoli di maggior tutela rispetto ad altri di eguale natura, in violazione del principio di ragionevolezza, di eguaglianza e di proporzionalità”. Per questo l’Unione Camere Penali ha deliberato uno stato di agitazione.

Il ddl sicurezza e l’unione camere penali

Inoltre proprio ieri il Coordinamento di tutte le camere penali territoriali ha annunciato “11 settimane di astensione a staffetta per denunciare la situazione di crisi in cui versa la giurisdizione in Calabria. Una iniziativa storica – ci dice il presidente dei penalisti di Catanzaro, Francesco Iacopino –. Ci si asterrà dalle udienze nel circondario del capoluogo e negli uffici distrettuali per richiamare l’attenzione sui problemi che affliggono la giustizia alle nostre latitudini”. Ma quali sono queste criticità? “La cronica carenza di organico in alcuni Tribunali” che si aggiunge però “al sovraccarico derivante dal ‘modo’ di regolare i processi per reati di criminalità organizzata”. Se da un lato, infatti, i penalisti “riconoscono la necessità del contrasto al crimine organizzato, dall’altro, ritengono parimenti necessario il bilanciamento di detta esigenza di difesa sociale con la tutela dei diritti e delle libertà individuali”. Per questo stigmatizzano in merito ai maxiprocessi (processi Reset, Maestrale-Cartago, Rinascita, Ricovery) “inevitabili quanto mortificanti compressioni dei contributi di difesa”, “inaccettabile delocalizzazione dei processi speciali, sottratti alla loro sede naturale, concentrati nell’Area Attrezzata per Processi di Massa; soprattutto, la incompatibilità del processo di massa con le garanzie del giusto processo”. A questo si uniscono lo “svuotamento del contraddittorio e disattenta applicazione delle regole del processo” e “l’impressionante statistica in riferimento ai numeri delle procedure di ingiusta detenzione, accertate e definite in tempi biblici”.

Non è un caso dunque se l’Unione abbia scelto Reggio Calabria per convocare il congresso straordinario che si terrà il prossimo fine settimana. Il titolo dell’incontro è “Separare e riformare – La forza delle nostre idee per una giustizia nuova”. Si parlerà di magistratura e Costituzione, del tramonto delle impugnazioni, del doppio binario e presunzione di colpevolezza, delle riforme in cantiere. Insomma tutti temi di attualità della giustizia. Peccato che ieri dal Ministero della Giustizia ci abbiano fatto sapere che al momento non risulta confermata la presenza del Guardasigilli né in sede congressuale né in collegamento. Eppure a maggio di quest’anno Nordio si era recato a Palermo per partecipare al Congresso dell’Anm e aveva parlato davanti alla folta platea per 25 minuti. Addirittura sabato scorso è andato a Cetara, in provincia di Salerno, per un convegno sull’intelligenza artificiale organizzato da Magistratura Indipendente, dove, tra l’altro, ha ricordato che la sua iscrizione alla corrente conservatrice “risale al 1976”.

Il dubbio sulla presenza di Nordio

Giusto un anno fa sempre Nordio interveniva al Congresso di AreaDg, sempre in presenza, sempre a Palermo, sempre in un fine settimana. Mentre all’inaugurazione dell’anno giudiziario dell’Ucpi a Roma lo scorso febbraio riuscì solo a collegarsi telefonicamente, con il Presidente Francesco Petrelli visibilmente irritato, a nostro parere. Anzi qualcuno disse che la platea si sarebbe dovuta alzare e avrebbe dovuto lasciare per protesta il teatro romano dove si stava svolgendo la controinaugurazione. Se anche questa volta Nordio disertasse l’appuntamento con la rappresentanza politica dell’avvocatura sarebbe davvero uno sgarbo, una dimostrazione di indifferenza verso l’associazione che nell’agone politico-giudiziario si contrappone dialetticamente all’Anm.

La supplenza del vice ministro Sisto non basterebbe a colmare il vuoto. Dalla bozza di programma poi si rilevano solo interventi di esponenti della maggioranza (Fi, Fratelli D’Italia e Lega): dov’è la voce dei partiti di opposizione? Sappiamo che sono stati invitati: perché non hanno accettato l’invito? Lo faranno nei prossimi giorni? Eppure erano presenti ai convegni dei magistrati su citati e avevano garantito partecipazione in largo anticipo. Speriamo dunque che sia il Ministro che i rappresentati degli altri partiti possano partecipare altrimenti la figura dei penalisti ne risulterebbe indebolita e apparirebbe inevitabilmente, alla luce dei presenti, schiacciata troppo a destra , nonostante le posizioni pur prese contro le riforme in discussione.

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