Paolo Sorrentino: “Napoli è una città snob, Parthenope sono io, racconto il mio lato femminile”

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Paolo Sorrentino ha raccontato in un’intervista a Il Venerdì di Repubblica che Parthenope, com’è intitolato il suo ultimo film, è lui “e nell’intreccio costante tra realtà e finzione ho rischiato di farmi male”. Secondo alcuni anche più personale di È stata la mano di Dio, che raccontava anche la morte dei genitori nel 1986, a causa di una fuga di gas nella loro casa in montagna. “Mi criticano perché faccio film eccessivi, spericolati, perfino barocchi. Ma non me ne frega niente. Non ho potuto lasciarmi andare da ragazzo, al cinema lasciatemi fare quel che cavolo mi pare”. Parthenope è anche un film su Napoli, “una città snob: “Non gliene frega niente di quel che accade fuori di lei”.

La stessa dove aveva ambientato il suo primo e il suo ultimo film. “Sentivo di non aver esaurito il discorso sulla mia città, la città “più sinistra e segreta”. Ha voluto raccontare “questo mistero. E la mescolanza tra sacro e profano”, una citta con cui “non ho mai litigato. Nutro per lei il sentimento amoroso che ho provato per donne amate: non puoi farne a meno, le desideri alla follia, ma poi vieni animato da sentimenti di fuga”. E ha voluto raccontare anche un suo lato femminile, “legato a questa consapevolezza della vita che fugge. Gli uomini tendono a rimuoverla, mentre le donne, proprio perché portatrici di un orologio biologico, sono più lucide, anche più avvertite dei cambiamenti del corpo”.

Di cosa parla “Parthenope”

Parthenope racconta la vita di una donna dalla sua nascita, nel 1950, a oggi. È la prima volta che si affida a una protagonista femminile, interpretata da Celeste Dalla Porta e da Stefania Sandrelli. “Ho voluto rappresentare la dimensione epica dell’esistenza, il cumulo di esperienze e di sentimenti di cui sono intessute le nostre vite, tra amori vissuti o solo sognati, l’illusione della giovinezza e la disillusione della maturità. La vita di un essere umano non è nitida né logica. È enorme e ci si perde dappertutto, come dice Céline nell’epigrafe del film. Questa riflessione sull’inesorabile scorrere del tempo mi appartiene molto”.

La trama di “È stata la mano di dio”

È stata la mano di Dio era ispirato alla vicenda personale del regista. “A me Maradona ha salvato la vita. Da due anni – aveva raccontato Sorrentino a Il Corriere della Sera – chiedevo a mio padre di poter seguire il Napoli in trasferta, anziché passare il week end in montagna, nella casetta di famiglia a Roccaraso; ma mi rispondeva sempre che ero troppo piccolo. Quella volta finalmente mi aveva dato il permesso di partire: Empoli-Napoli”. Il giorno dopo Sorrentino tornò nella casa di città quando all’improvviso squillò il citofono. Il futuro regista pensava fosse l’amico passato a prenderlo ma era il portiere: i genitori erano morti nel sonno, avvelenato dal monossido di carbonio di una stufa. “Il cinema non risolve. Quando ho girato il film sulla morte dei miei genitori mi sono illuso: adesso posso metterci una pietra sopra. In realtà da certe cose non ci si libera mai”.

Quando esce nei cinema Parthenope

Il film è stato presentato al Festival di Cannes. Arriverà nei cinema di tutta Italia giovedì 24 ottobre. L’uscita è stata anticipata da alcune uscite speciali, delle anteprime proiettate a mezzanotte in diverse città italiane.

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