Meno migranti in entrata: in calo i permessi per lavoro e protezione

RMAG news

“In diminuzione i flussi migratori in entrata”. Inizia così il report “Cittadini non comunitari in Italia” pubblicato ieri dall’Istat, che ci fornisce la reale dimensione della questione migrazione attraverso dei dati. I migranti non comunitari con un regolare permesso di soggiorno in Italia sono diminuiti nel 2023 rispetto agli anni precedenti. Alla data 31 dicembre 2023 superavano i 3 milioni e 600mila. Nello stesso anno sono stati rilasciati 330.730 nuovi permessi di soggiorno, un dato in calo del 26,4% rispetto al 2022. Nel corso del 2023 i cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia sono diminuiti di circa il 3%, passando da 3.727.706 di inizio anno a 3.607.160 alla sua fine.

Di questi, la comunità ucraina è quella più numerosa, con 386mila persone regolarmente presenti nel nostro Paese, arrivando a superare sia la comunità marocchina che quella albanese. Le ragioni di questo importante calo si possono rintracciare in diversi elementi: primo fra tutti, la drastica riduzione dei permessi di asilo e protezione internazionale, che sono passati dagli oltre 200mila del 2022 a circa 106mila nel 2023. Questa riduzione è legata al ridimensionamento dei permessi speciali per protezione temporanea che sono stati rilasciati ai cittadini ucraini in fuga dalla guerra.

In diminuzione anche i permessi di soggiorno per ragioni lavorativo: circa 39mila. L’Istat, come ha sottolineato nel suo report, ha calcolato una diminuzione dei flussi in ingresso nel nostro Paese per lavoro in calo del 42,2% rispetto all’anno precedente. La regione che ha fatto registrare il maggior numero di nuovi permessi per lavoro è la Lombardia, seguita dalla Campania, dal Lazio e dal Veneto. Queste quattro regioni coprono nel loro insieme oltre il 58% dei nuovi permessi per lavoro. I permessi di soggiorno a scopo lavorativo rappresentano l’11,8% dei nuovi permessi rilasciati nel 2023. Nel 32,8% dei casi, si tratta di permessi rilasciati a seguito del provvedimento di regolarizzazione emanato nel 2020. Il calo dei permessi a scopo lavorativo dell’anno 2023 è diretta conseguenza dell’attenuarsi degli effetti del decreto, che nell’anno precedente avevano costituito il 72,6% dei permessi rilasciati dallo stato italiano.

Un trend che si distacca da quelli analizzati in precedenza riguarda invece i permessi di soggiorno per famiglia e per studio. Rispetto a quest’ultimo elemento, nel 2023 sono stati rilasciati il 9,4% di permessi per motivi di studio in più rispetto all’anno precedente, arrivando a toccare quota 27mila, il dato più alto mai registrato di studenti stranieri in Italia dal 2022. Rispetto al totale di nuovi permessi rilasciati, quelli concessi a studenti rappresentano l’8,3%. I primi tre Paesi di origine dei giovani che hanno scelto di studiare in Italia nel 2023 sono: Iran, Cina, Turchia.

I dati che riguardano le acquisizioni della cittadinanza nel 2023, pari a 213.567, si mantengono stabili rispetto al 2022, arrivando quasi a raddoppiare la quota del 2021, pari a 121.457. Tra coloro che hanno acquisito la cittadinanza nel 2023, sono oltre 196mila i cittadini precedentemente non comunitari. Questo dato indica il 92% del totale, nonché un incremento del 78,9% rispetto al 2021 e il dato più alto degli ultimi 13 anni.

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