Netanyahu sapeva dell’attacco di Hamas: non fermarli ha autorizzato la guerra in Medio Oriente

RMAG news

Nel 1964 non ho voluto credere che dietro gli incidenti nel Golfo del Tonchino, propedeutico al bombardamento sistematico del Vietnam, ci fosse la Cia. Nel 2003 quando Colin Powell, segretario di Stato Usa, parlò all’Onu, non credevo che le famose prove da lui presentate per dimostrare che Sadam Hussain disponesse di armi di distruzione di massa, fossero opera dei servizi segreti americani. La civilissima America non poteva mentire al mondo per scatenare una guerra apparentemente insensata. Così come, nel 2012, non pensavo che dietro le bombe sulla Libia ci fossero diamanti regalati da Gheddafi a qualche leader occidentale e neanche il petrolio libico a buon prezzo. Infine, non potevamo immaginare che dietro la distruzione del gasdotto Nord Stream ci fossero i servizi segreti ucraini coperti dalle democrazie occidentali.

Mentre crediamo fermamente (e lo diciamo senza alcuna ironia) che il 7 ottobre i terroristi di Hamas hanno compiuto una orribile strage di innocenti. È strano che il Mossad, il servizio segreto israeliano, che oggi ha l’ammirazione del “mondo” per la capacità di sapere in anticipo qualunque mossa del “nemico” e di uccidere senza scampo i dirigenti delle organizzazioni terroristiche a migliaia di chilometri di distanza, il 7 ottobre dello scorso anno non ha saputo per tempo che a pochi metri dai confini israeliani si stesse organizzando una strage di innocenti. Non ha saputo… e noi vogliamo crederci. Ma dobbiamo constatare che il governo Nethanyahu, in quel momento in grave difficoltà in patria, dal giorno dopo la strage, ha iniziato a sviluppare un piano troppo preciso per non essere predisposto: spianare Gaza con le bombe e senza risparmiare i civili – neanche i bambini -, assassinare i dirigenti di Hamas ed Hezbollah, bombardare il Libano, che non ha difesa aerea e da cui partono continuamente petardi che non sono in grado di colpire un solo carro armato o un solo soldato israeliano. Ma soprattutto sembra che tutto sia stato predisposto per trascinare l’Iran in guerra.

Come finirà la guerra in Medio Oriente

L’esito sembra già scritto: trasformare l’Iran in un nuovo Iraq in cui regnerà il caos e il disordine. Nethanyahu ha invocato il Dio di Abramo, sicuro che vendicherà la morte degli otto soldati israeliani uccisi in Libano e quindi, se Dio vorrà, tra qualche mese Israele avrà il dominio assoluto in tutto il Medio Oriente. A quel punto Nethanyahu scioglierà il Parlamento e ci saranno nuove elezioni, perché Israele è una democrazia. L’unica democrazia del Medio Oriente. Si prevede un grande trionfo per il vincitore sui perfidi eserciti nemici. Tutto avviene seguendo un disegno di Dio e solo ad avere qualche dubbio si diventa complottisti, terrapiattisti o complici – quantomeno morali – dei terroristi. E noi di dubbi non ne abbiamo.

Alcune volte però guardando al presente, ci accade di ricordare qualche pagina di storia o di letteratura del passato quando i “nostri” civilissimi eserciti, benedetti dal clero, partivano, tra lo sventolio di bandiere e il suono di fanfare, per cristianizzare e civilizzare i cannibali… che, ingrati, non volevano diventare civili. Così qualcuno arrivava alla logica conclusione che bisogna “uccidere tutti questi selvaggi”. Oggi, al posto di selvaggi, si direbbe palestinesi. E, in tutto questo, Conrad credeva di scorgere il “cuore di tenebra” dell’Occidente. Ma, ovviamente, si sbagliava.

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