Pulcinella di Pesce, a Napoli indigna più un’opera d’arte che sporcizia e inciviltà

RMAG news

Uno degli obiettivi è stato di sicuro raggiunto. Da almeno 48 ore si sta parlando ininterrottamente del Pulcinella di Gaetano Pesce inaugurato ieri in piazza MunicipioNapoli. L’opera d’arte che si chiama Tu si na cosa grande, è costituita dall’abito stilizzato della famosa maschera partenopea e da due cuori trafitti da una freccia dorata. Le sue fotografie sono diventate virali sui social ed hanno letteralmente inondato il web. Il motivo? L’installazione sembra un fallo gigante. Di fatto, le dimensioni dell’opera hanno probabilmente cambiato l’immagine che l’autore – tra i più importanti architetti, designer e scultori al mondo, deceduto lo scorso aprile – aveva progettato nei suoi schizzi.

Il Pulcinella di Gaetano Pesce in piazza Municipio a Napoli

Il Tu si na cosa grande è costata circa 200mila euro e fa parte del progetto “Napoli Contemporanea” del Comune di Napoli, finanziato con un fondo da due milioni di euro destinati al Poc Campania 2014-20 Piano strategico per la Cultura e i Beni Culturali 2022-23. Di questo importo, 157mila euro sono serviti per l’allestimento e la differenza sarà utilizzata per la disinstallazione del Pulcinella che avverrà il prossimo 20 dicembre. Mentre l’abito indossato dal personaggio della tradizione napoletana è rimasto di proprietà della società Gaetano Pesce Estate, i due cuori resteranno di proprietà del Comune di Napoli e del suo patrimonio artistico. È stata proprio la questione economica ad aver scatenato la seconda parte dei commenti scritti e pubblicati da molti dei cittadini. All’ironia è subentrata la rabbia, “ma come, 200mila euro per un fallo con tutto quello che c’è da fare a Napoli?“.

Se l’arte fa discutere più di inciviltà e sporcizia

Una domanda legittima così come lo sono i gusti personali e l’oggettiva bellezza o bruttezza dell’opera. Lasciamo perdere, invece, quelli che “era meglio la maschera, hanno rovinato un simbolo“, frase – questa – che a mio giudizio è pregna di campanilismo e provincialismo, due caratteristiche che ci impediscono di evolvere. Tuttavia, al netto delle singole opinioni di ognuno di noi, ciò che mi ha sconvolto è stata la capacità di gran parte del popolo napoletano di appassionarsi a questioni che a mio avviso sono marginali rispetto ad altre. In fondo, l’installazione di Pesce potrebbe contribuire a pubblicizzare l’immagine della città e magari spingerà tanti altri turisti nel venire a Napoli. Sarebbe altrettanto entusiasmante vedere le stesse persone manifestare tale determinazione contro la diffusa inciviltà con la quale siamo costretti a convivere ogni giorno.

Per cosa ci si dovrebbe indignare

A protestare per tutti i servizi pubblici che non funzionano nonostante le tasse locali sono tra le più elevate d’Italia. A dare voce a coloro che si sentono insicuri tra le strade del capoluogo campano. Agli automobilisti, centauri e pedoni costretti a circolare e passeggiare per le strade colabrodo della città. Alle mamme e ai papà che non possono neanche passare per i marciapiedi invasi da sedie e tavolini e che non sanno cosa devono far fare ai propri figli nella Napoli a non misura di bambini. Sarebbe bello vedere questi cittadini urlare ogni giorno fuori Palazzo San Giacomo per il verde incolto e trascurato, per la spazzatura abbandonata in strada. Non c’è niente da fare, è una battaglia persa. Come diceva il grande Eduardo De Filippo: “Il presepe è bello sono i pastori che non sono buoni“.

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