Sanità, «a Melfi non ci sono cittadini di serie B»

Sanità, «a Melfi non ci sono cittadini di serie B»

Il Quotidiano del Sud
Sanità, «a Melfi non ci sono cittadini di serie B»

I problemi della sanità si accaniscono sulla comunità; il comitato di Melfi ribadisce: “Non siamo cittadini di serie B, né per l’assistenza sanitaria e ospedaliera, né per altro”

Scrivono in una nota i cittadini del Comitato di Melfi di cui fa parte anche Peppino Brescia, ex parlamentare e già sindaco di Melfi: «Non siamo cittadini di serie B, né per l’assistenza sanitaria e ospedaliera, né per altro.
Bravissimo, il consigliere comunale di Melfi, Luigi Simonetti, per quanto scritto e avviato sui social sull’ospedale di Melfi, sulla soppressione delle guardie cardiologiche notturne e festive, sulla sanità lucana.

Ne avevo scritto pubblicamente nei giorni scorsi e nei mesi passati. Un comunicato, non firmato, dell’azienda ospedaliera San Carlo in risposta alle mie riflessioni, mi accusa di ‘confusione’ – scrive in particolare Brescia – Non so chi personalmente ‘ringraziare’. Potrebbe essere il Direttore generale, oppure la Direzione sanitaria, oppure il responsabile del Dipartimento cardiologico.
Una cosa, però, posso dire rispetto a quanto letto: non faccio confusione, ma cerco di tenere insieme assistenza ospedaliera, 118, pronto soccorso, rete territoriale, al momento poco funzionante.

Insomma quella programmazione sanitaria regionale vera, da costruire, come giustamente denunciato dal Presidente del Consiglio regionale di Basilicata, Marcello Pittella, nella sua condivisibile intervista rilasciata nei giorni scorsi.
La irresponsabilità regionale colpisce gli ospedali di Melfi, Villa d’Agri e Lagonegro – prosegue la nota – C’è un accanimento nei confronti dei cittadini che abitano nelle nostre aree di periferia, rispetto al San Carlo.

Sbaglia il Sindaco di Melfi a non farsi sentire pubblicamente e a non convocare la Conferenza dei sindaci del Vulture Melfese Alto Bradano, così come ha fatto egregiamente il sindaco di Lagonegro.
Sbaglia il Direttore generale Spera a ridurre, come fatto personale, le critiche alla gestione degli ospedali.
Di fronte alla caparbietà della Direzione Strategica dell’azienda ospedaliera regionale e di quanti non ascoltano le giuste proteste di medici, infermieri, cittadini, comunità, bisogna reagire, come ci insegna la democrazia.
Anche alla luce dell’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Melfi nel mese di luglio scorso, si dia voce ad un comitato dei cittadini, con amministratori locali, partiti, sindacati, associazioni, commercianti, artigiani, agricoltori, per difendere la sanita pubblica e la dignità del Vulture Melfese, perché la salute è di tutti e tutti possono essere vittime!

Si chieda, tra l’altro l’immediato ripristino della guardia cardiologica anche con reperibilità o gettonisti, la riorganizzazione della traumatologia del Vulture Melfese, la revisione della Legge 2/2017, con il ruolo regionale di secondo livello dell’ospedale San Carlo di Potenza e ridando dignità operativa agli ospedali di Pronto Soccorso Attivo e dell’emergenza di Melfi, Villa d’Agri e Lagonegro, strettamente collegati agli altri presidi ospedalieri e alla medicina territoriale. Insisto: non è possibile che in Basilicata ci siano cittadini di serie A, fortunati per la piena assistenza h 24, e cittadini di serie B, a cui, per esempio, viene negata l’assistenza cardiologica d’urgenza di notte.
In caso di infarto, non si può attendere l’arrivo del cardiologo reperibile del San Carlo di Potenza, pregando il Padreterno che non succeda l’irreparabile.

Si dice che c’è carenza di cardiologi.
Come mai, qualche anno, fa presso la Cardiologia di Melfi operavano almeno 8 cardiologi ed oggi ne sono rimasti solo 4 e senza primario? Almeno altri 4 sono andati via, e non tutti per limiti di età.
Mi sembra che ci sia un fuggi fuggi dei cardiologi. Solo a Melfi? – aggiunge la nota – Un invito propositivo alla Direzione Strategica dell’azienda ospedaliera regionale: si riapra il dialogo con glia operatori sanitari, con i responsabili dei Pronto soccorsi degli ospedali di Basilicata, del 118, con i sindacati medici ed anche con i rappresentanti degli infermieri e si trovino soluzioni condivise.
Nessuno pensi di fare sperimentazioni trimestrali sulla pelle dei cittadini, sperando che tutto vada bene. E in caso contrario, chi se ne assume la responsabilità?».

Il Quotidiano del Sud.
Sanità, «a Melfi non ci sono cittadini di serie B»

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