Siamo sovversivi: il governo rispetti le regole!

RMAG news

Un coro di governanti e stampa allineata lanciò anatemi (con le consuete meschinità) contro il giudice Iolanda Apostolico, allorché il tribunale di Catania ritenne ingiustificata l’applicazione del “decreto Cutro” ad alcuni richiedenti asilo. Sventolii di bandiere, dibattiti televisivi, mentre il governo preparava la via di fuga da un verdetto che sarebbe stato letale per quel decreto e per la sua stessa immagine. Il Viminale arretrò, dunque, rinunciando al ricorso, per poi intraprendere più comode soluzioni (da gioco delle tre carte nella festa di paese) per ostacolare il diritto all’accoglienza.

Oltre al precipitoso spostamento da Pozzallo a Porto Empedocle della detenzione in attesa del rimpatrio (una sorta di sfiducia nei confronti del foro catanese), Piantedosi ha trasformato, infatti, la domanda di asilo in una corsa ad ostacoli. Per legge, la richiesta va presentata “il prima possibile” alla polizia di frontiera e la questura è tenuta ad inoltrarla senza ritardi alla commissione territoriale, organo prefettizio ad essa ben collegato. Qualora la commissione valuti l’istanza “manifestamente infondata” (la maggior parte dei rifiuti verte sulla provenienza da supposti “paesi sicuri”), il richiedente dovrebbe trovare margini di tempo e adeguate garanzie di difesa per potersi rivolgere al magistrato. Ciò che è, ormai, quasi impossibile, perché – dal ritardato ricevimento delle istanze fino all’uso di prestampati per disconoscere motivazioni personali e specifiche – il tempo e gli incastri giocano a favore soltanto del rapido rimpatrio, con buona pace delle sentenze che raccomandano invece l’analisi delle domande caso per caso.

Il Viminale ha così azzoppato, attraverso vie indirette e istruzioni per l’uso (come aveva già fatto per il soccorso in mare) i procedimenti ordinari per le richieste d’asilo. Di fronte a un governo che aggira la legge e istiga i propri funzionari all’invenzione della mossa astuta, non resta che invocare con forza – denunciando ogni pratica ostruzionistica – la piena attuazione delle norme e delle sentenze. Consapevoli che, come diceva Ennio Flaiano, «si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi governa».

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