Valentina Misseri, la figlia di Michele: “È stato papà a uccidere Sarah Scazzi, lei non c’è stata, io mi sento orfana”

RMAG news

Dopo le parole dello stesso Michele Misseri che a La Stampa, dalla sua casa di Avetrana dov’è tornato a vivere, aveva detto di aver ucciso lui la nipote Sarah Scazzi, che si sarebbe negata a un’avance sessuale, arrivano le parole della figlia dell’uomo, Valentina Misseri, sorella di Sabrina e figlia di Cosima Serrano, le due donne condannate all’ergastolo per il delitto.

“Secondo me lui ci ha provato con Sarah – ha dichiarato alla trasmissione di Salvo Sottile “Farwest” – giustamente lei si è rifiutata. E forse lì mio padre ha temuto che Sarah l’avrebbe raccontato a noi, anche per salvarsi o per scappare. Quindi secondo me lui è lì che poi l’ha voluta zittire, l’ha voluta zittire per sempre”. Il delitto è stato consumato nell’agosto del 2010 nel paesino in provincia di Taranto.

Le parole di Michele Misseri

Valentina Misseri aveva già parlato a La Stampa, in occasione delle parole del padre che di poco avevano anticipato l’uscita su Disney Plus di una serie tv dedicata al caso. “Quando stavo sotto il garage, a riparare un trattore che non partiva, il portone era aperto perché dovevo andare in campagne. E viene Sarah. Io non l’ho vista, è arrivata da dietro, ha detto: ‘Zio perché stai bestemmiando’. Poi quando mi sono girato l’ho vista vestita diversamente da com’era dal solito. Aveva dei calzoncini rosa corti, troppo aderenti”, aveva raccontato a La Stampa Misseri.

La figlia Valentina si è detta convinta che a uccidere Sarah Scazzi sia stato il padre, “strasicuro proprio”. Non aveva mai voluto esporsi sotto i riflettori di un caso di cronaca nera che ha attirato l’attenzione degli italiani come pochi altri. Dice che la gente è convinta che appartenga a una famiglia di assassini, “quindi vengo chiamata assassina“. Legatissima alla madre, ha detto di sentirsi come se gli mancasse “proprio un pilastro, è come se fossi orfana, come se non avessi più nessuno”.

Valentina Misseri: “Storia brutta e banale, che non è stata accettata”

Lei è convinta dell’innocenza della sorella e della madre, aveva già detto che se non si trova in carcere anche lei è perché all’epoca dei fatti si trovava a Roma e non ad Avetrana. Non guarderà la serie tv. Il padre aveva descritto “tutto un mangia mangia, tutto per fare soldi, non per trovare la verità su Sarah”. La figlia è convinta che le condanne siano state tratte da tutta una serie di forzature.

“Sono proprio le carte processuali che un po’ me lo dicono perché comunque la prima versione ha un senso logico, cioè lineare. Si capisce cioè una storia, per quanto brutta, banale, anche una banalità che non è stata accettata. Tutto il resto per me è la sceneggiatura di un film. Dall’altra c’era proprio l’intenzione dall’inizio di prendere mia sorella. Buona parte dell’opinione pubblica è amareggiata che io stia fuori, e non in carcere, insieme a mia madre e mia sorella. Nonostante io sia arrivata ad Avetrana quasi due settimane dopo. Ci sono stati momenti in cui ho pensato, mesi dopo, ho detto adesso verranno a prendere pure me perché così si accontenta di più la l’opinione pubblica”.

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