A Porto Empedocle un carcere fantasma: esiste ma nessuno sa ufficialmente dov’è…

RMAG news

È ufficiale, anche se nessuno lo ha formalmente ammesso: a Porto Empedocle è stato istituito un Centro di trattenimento per il rimpatrio. La conferma arriva da un decreto del Tribunale di Palermo, di cui dà notizia Giansandro Merli su il Manifesto, riguardante un giovane tunisino accusato di essersi sottratto ai controlli al suo arrivo a Lampedusa. Poiché il giudice ne ha appunto disposto la reclusione presso il “Centro trattenimenti per richiedenti protezione internazionale di Porto Empedocle”, ora sappiamo che tale Centro esiste ma, come l’araba fenice, non sappiamo dove si trovi.

Atti ministeriali parlano della contrada Caos, ma lì è ubicato l’hotspot (ultimato nel mese di marzo) per il riconoscimento in tempi brevi dei migranti tratti dal mare e per l’avvio delle pratiche di asilo. Sulla struttura, affidata alla Croce Rossa, erano previsti addirittura interventi di ornamento artistico ed animazioni culturali: un vanto della nostra capacità di accoglienza che non può essersi trasformato in carcere. Più precisamente, in un Centro di trattenimento per il rimpatrio che, a norma del decreto Cutro, sarebbe destinato ad ospitare, per un tempo abbastanza indeterminato, persone da respingere nei rispettivi paesi ritenuti “sicuri”. Si potrà ben immaginare il loro stato d’animo in attesa del rimpatrio: finiti in galera senza colpa, su semplice richiesta del Questore, e senza processo.

P.S. – È opportuno che qualche parlamentare si rechi quanto prima a visitare la struttura. Ma dov’è?

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