Adescato online: picchiato, derubato e sequestrato per ore, arrestati tre giovani dai 28 ai 30 anni

RMAG news

Aveva concordato un incontro su un sito online. È finito sequestrato, derubato e picchiato. A Reggio Calabria tre giovani sono stati arrestati dai carabinieri, indagati per sequestro di persona a scopo di estorsione, lesioni personali aggravate e indebito utilizzo di strumenti di pagamento. Hanno tra i 28 e i 30 anni. La vittima è un professionista, attirato nella trappola e malmenato e insultato per ore, portata al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria.

Una pattuglia della sezione Radiomobile della compagnia di Reggio Calabria era in servizio in via Pineta Zerbi quando ha fermato un’Audi A3 con a bordo tre giovani. È cominciato tutto così. Il comportamento agitato dei tre giovani ha insospettito i militari che hanno perquisito l’automobile: ritrovati nel cruscotto due telefoni cellulari, carte di credito, il mazzo di chiavi di un’altra automobile e il tesserino di riconoscimento di un ordine professionale. I carabinieri sono risaliti alla sua identità, l’auto è stata ritrovata parcheggiata vicino all’ex Lido comunale.

I militari hanno soccorso il giovane in stato di shock, è stato ricoverato in ospedale. La vittima ha riconosciuto i tre arrestati come le persone che poco prima l’avrebbero picchiato e derubato. Si tratta di persone con precedenti specifici per reati contro il patrimonio e droga. Lo scorso 11 aprile erano stati denunciati per un episodio analogo in provincia di Rovigo, dove con la stessa tattica avrebbero adescato un uomo: si sarebbero presentati a casa, avrebbero legato la vittima con delle fascette e l’avrebbero colpita alla testa con il calcio di una pistola prima di rapinarla.

La vittima ha raccontato di aver raggiunto l’ex Lido per un appuntamento concordato su un sito di incontri online ma di aver trovato i tre uomini armati di bastoni che l’avrebbero minacciato e picchiato, oltre che derubarlo. Per ore lo avrebbero bloccato a terra e lo avrebbero insultato con frasi omofobe. Secondo le accuse avrebbero utilizzato anche le carte di credito per prelevare centinaia di euro in contanti.