Anzola Emilia, per l’ex vigilessa uccisa resta in carcere l’ex comandante: “Colpo accidentale, non voleva che la lasciassi”

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Giampiero Gualandi, l’ex comandante della polizia locale di Anzola Emilia accusato dell’omicidio di Sofia Stefani, 33 anni, ex collega, resterà in carcere.

Lo ha disposto il gip del tribunale di Bologna Domenico Truppa accogliendo la richiesta della Procura nei confronti del 62enne.

Carcere per l’ex comandante Gualandi

Il gip ha infatti ravvisato la gravità degli indizi a carico dell’indagato e pur non convalidando il fermo dei giorni scorsi, perché non è stato ritenuto sussistente il pericolo di fuga, ha comunque valutato per l’indagato l’esigenza cautelare.

Di diverso avviso l’avvocato Claudio Benenati, difensore di Giampiero Gualandi, che dopo l’udienza del mattino ha subito annunciato il ricorso al Riesame presso il tribunale della Libertà.

L’omicidio di Sofia Stefani

Stefani è morta giovedì 16 nella sede della polizia locale di Angola Emilia per un colpo di pistola che l’ha raggiunta alla testa. In un primo momento l’ex comandante Gualandi aveva spiegato che il proiettile era partito accidentalmente mentre puliva l’arma di ordinanza: nell’interrogatorio svolto nella serata di giovedì l’uomo si era poi avvalso della facoltà di non rispondere.

Versione dei fatti che non aveva convinto carabinieri e procura. Secondo testimonianze raccolte dai militari del Reparto Operativo impegnati nelle indagini Gualandi prestava mansioni amministrative e non avrebbe avuto bisogno di usare o tantomeno pulire la pistola.

La relazione “clandestina”

C’è poi la questione della relazione “clandestina” tra Gualandi, sposato e Stefani. A confermarla anche l’avvocato di Gualandi. “È contestato nel capo di imputazione che la povera Sofia, a cui dobbiamo tutti portare rispetto, non accettava la fine della relazione ed era molto arrabbiata rispetto a questa cosa”, le parole del legale che ha raccontato l’esito dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto in tribunale questa mattina.

Per la difesa, “non è stato un gesto intenzionale“. In questa situazione “la responsabilità per l’omicidio colposo è fuori discussione, il problema è l’intenzionalità, anche da un punto di vista logico“. “Lui non sapeva che lei stesse arrivando, è arrivata all’improvviso“, ha spiegato il legale. A questo punto “facciamo tutti gli accertamenti tecnici, la perizia balistica, ma non diamo per assodato e per certo che qui siamo di fronte ad un omicidio volontario“.