Armi all’Ucraina per colpire in Russia: Nato in ordine sparso, Mosca: “Non bluffiamo sul nucleare”

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Svolta nell’utilizzo di armi occidentali concesso agli ucraini perché colpiscano la Russia: secondo Politico, Joe Biden ha «segretamente» autorizzato Kiev a colpire con armi Usa, ma solo nell’area vicino a Kharkiv e non a lungo raggio.

La decisione arriva mentre i ministri degli Esteri della Nato si ritrovano a Praga per fare il punto in vista sul summit di Washington, previsto a luglio. La Germania autorizza gli ucraini a difendersi “nel rispetto del diritto internazionale” contro gli attacchi che arrivano da immediatamente oltre confine. E questo “anche con le armi consegnate”, anche quelle tedesche.

Lo dice il portavoce del cancelliere Scholz, Steffen Hebestreit, in una nota. I Paesi membri della Nato che si sono dichiarati favorevoli ad attacchi ucraini sul territorio russo con armi inviate dagli alleati sono: Polonia, Lituania, Lettonia, Svezia, Estonia, Gran Bretagna, Francia, Canada, Olanda, Finlandia.

Dopo il via libera ufficiale della Germania e quello “ufficioso” degli Stati Uniti, per quanto riguarda l’uso di armi inviate dagli alleati all’Ucraina nell’area vicino a Kharkiv, mancano i sì di Italia, Slovacchia e dell’Ungheria di Orban.

“L’articolo 11 della Costituzione italiana impone di mettere dei caveat per l’utilizzo delle armi fornite all’Ucraina. Devono essere necessariamente usate per la difesa dell’Ucraina”.

Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenuto in videocollegamento al convegno dei Giovani di Confindustria. “L’importante è che si diano all’Ucraina armi che le permettano di difendersi, perché quello che è mancato negli ultimi mesi all’Ucraina non è stata la capacità di attacco ma la possibilità di difesa. Ogni giorno da più di 2 anni oltre 10 mila bombe cadono sul territorio ucraino”, ha aggiunto Crosetto.

Difendendosi dagli attacchi russi l’Ucraina, lungi dal provocare una “escalation” del conflitto, non fa altro che esercitare un “diritto fondamentale”.

A sottolinearlo è il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, a Praga al termine della Ministeriale Esteri. “L’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia – afferma – ha dato inizio al conflitto più sanguinoso in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale”.

“La Russia colpisce ospedali, scuole e centri commerciali – continua – la Russia bombarda le infrastrutture elettriche e idriche. La Russia uccide civili ucraini. L’Ucraina si sta difendendo dalla spaventosa brutalità russa, quindi sarò chiaro: la difesa non è un’escalation; l’autodifesa è un diritto fondamentale è sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. L’Ucraina ha il diritto e la responsabilità di proteggere il suo popolo e noi abbiamo il diritto di aiutare l’Ucraina a far valere il suo diritto all’autodifesa”.

Quanto a Mosca, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto di essere già a conoscenza dei tentativi dell’Ucraina di colpire obiettivi sul territorio russo con armi fornite dagli Stati Uniti.

“L’attuale conflitto militare con l’Occidente si sta sviluppando secondo lo scenario peggiore. La potenza delle armi Nato è in costante aumento e quindi nessuno oggi può escludere il passaggio del conflitto alla fase finale. Mosca non sta bluffando quando parla del possibile uso di armi nucleari tattiche”, gli fa eco il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev.

“La competenza sulle restrizioni sulle armi dei Paesi membri in Ucraina è nazionale ma su una cosa siamo chiari: l’Ucraina ha il legittimo diritto all’autodifesa e questo, secondo il diritto internazionale, include attacchi a installazioni militari fuori confine. L’Alto rappresentante lavora, come sempre, ad una posizione comune anche su questo dossier ma la decisione finale spetta ai Paesi membri”. Lo ha detto il portavoce del Servizio di Azione Esterna Ue Peter Stano nel corso del briefing della Commissione.

Intanto, Prosegue in tutta Europa l’operazione della Nato Steadfast Defender, la più grande esercitazione dai tempi della Guerra Fredda. L’esercitazione è ampiamente interpretata come una preparazione o una simulazione di risposta a un potenziale conflitto con la Russia. E la diplomazia? Non pervenuta.