Arrestato “l’ideologo dell’Isis in Italia”: Elmahdi Halili accusato di terrorismo per lo Stato Islamico

RMAG news

Avrebbe ricoperto il ruolo di “ideologo della Jihad in Italia”, avrebbe dichiarato orgoglioso di far parte del sedicente Stato Islamico. Arrestato questa mattina dalla polizia di Torino Elmahdi Halili, 29 anni, di origine marocchina, naturalizzato italiano. Al termine di un’indagine condotta dalla Digos e coordinata dalla Procura, è stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’accusa è di partecipazione ad associazione terroristica internazionale.

Elmandi Halili viveva a Lanzo Torinese, a nord ovest del capoluogo piemontese. Secondo gli inquirenti sarebbe stato un ideologo dell’organizzazione in Italia. Il suo nome era comparso perfino in un articolo del centro di studi geopolitici e militari “START Insight” con una base a Torino, specializzato in radicalismo e mondo arabo. Era il 2020 e quell’articolo era intitolato L’aspirante ideologo italiano dello Stato Islamico. “Personaggio noto agli investigatori dell’Antiterrorismo della Digos, il suo nome compare nella maggior parte dei processi per jihadismo celebrati in Italia”, scriveva Claudio Bertolotti, Direttore START InSight e Direttore esecutivo Osservatorio ReaCT.

Il suo nome compariva per esempio nel processo a Fatima Sergio, “la prima foreign fighter italiana, di origini campane, condannata a nove anni e probabilmente morta in Siria tra le fila del Califfato”. E, ancora, sarebbe stato legato al caso di Abderrahim Moutaharrik, “l’ex campione di kickboxing (di origini marocchine) residente in Lombardia ma che si allenava nel Luganese, poi condannato a sei anni per terrorismo”. Secondo le indagini della Digos di Torino, guidata dal dirigente Carlo Ambra, l’arrestato sarebbe stato l’autore dei primi testi di propaganda jihadista scritti in italiano.

Era finito in manette già due volte, nel 2015 e nel 2018. Era stato condannato nel 2019 con sentenza divenuta irrevocabile nel 2022. Dopo una condanna gli era stata tolta la cittadinanza italiana. A fine luglio 2023 era stato scarcerato ma per intoppi burocratici non era stato espulso. Secondo gli inquirenti durante la sua detenzione avrebbe rafforzato il suo credo fondamentalista, assumendo sempre più atteggiamenti violenti, all’interno del carcere, ma anche dopo quando è tornato in libertà. Bertolotti definiva l’arrestato “un elemento chiave per comprendere lo jihadismo italiano legato al fenomeno dello Stato islamico”.