Asp di Vibo, l’amaro commiato del generale Battistini: “Stavamo mettendo ordine”

Asp di Vibo, l’amaro commiato del generale Battistini: “Stavamo mettendo ordine”

Il Quotidiano del Sud
Asp di Vibo, l’amaro commiato del generale Battistini: “Stavamo mettendo ordine”

Il commissario straordinario Battistini lascia la guida dell’Asp di Vibo dopo lo scioglimento per mafia e non nasconde una certa amarezza: “Approvati i bilanci, progetti, assunzioni e tanto altro. Mi spiace lasciare perché stavamo mettendo ordine” . E il personale commenta: “Non siamo mafiosi”

VIBO VALENTIA – Da un lato l’insediamento dei commissari inviati dal ministero all’Asp di Vibo, a seguito dello scioglimento per mafia, dall’altro le parole di colui che ha guidato la gestione dell’ente sanitario fino a ieri, il generale Antonio Battistini che malcelano un certo rammarico soprattutto perché a suo dire si era iniziato a fare ordine. «L’Asp di Vibo si è rimessa in moto, alcuni importanti obiettivi sono stati raggiunti, altri stanno per esserlo, ciò nonostante oggi termina la mia gestione. Sono rammaricato, non per me che per gestire anche Vibo, oltre Catanzaro, non prendevo in tasca praticamente nulla. No. Sono rammaricato per i cittadini vibonesi».
Parole in cui si coglie un cenno di amarezza quelle del generale medico dell’esercito e commissario dell’Asp uscente. Lo incontriamo nel suo ufficio, al secondo piano della sede ex Inam. Sta aspettando l’arrivo della commissione antimafia mandata da Roma.

Che Asp lascia Battistini?

«Alla luce dei risultati raggiunti, un’Asp certamente messa meglio. Questa, purtroppo, fuori è vissuta come un’azienda di passaggio, nessuno aspira veramente a venire a Vibo. Parlo soprattutto dei medici. Un’azienda non attrattiva, per mille motivi ma anche perché il personale che sta qui non vuole che lo sia».

Parole forti, commissario, non crede?

«Lo so ma è così. Se viene gente da fuori, turba i loro equilibri. E se non è attrattiva, come si fa a migliorarla?».

Torniamo alla domanda: dopo un anno di “cura Battistini”, come sta l’Asp di Vibo?

«Beh, intanto ha approvato due bilanci, del 2022 e 2023, ed è messa bene sul bilancio 2024. Ha rispettato i programmi del Pnrr, ha ridotto sensibilmente i tempi di molte liste d’attesa, ha varato il piano delle Aft, le Aggregazioni funzionali territoriali, importantissime per il territorio ed anche per l’ospedale, perché in grado di ridurre sensibilmente gli accessi impropri che intasano il pronto soccorso, con tutto quel che di negativo ne può seguire. E proprio oggi, come mio ultimo atto, ho firmato l’assunzione di 17 nuovi medici cubani da assegnare alle varie strutture. Tutto questo in poco più di un anno. Se è poco me lo dica lei».
Fin qui Battistini. Di fronte a questi dati ci si domanda allora perché mai non gli sia stato permesso di continuare, alla testa o come componente della commissione antimafia. La risposta non c’è, la si può solo intuire. A decidere tutto è stata Roma ma, probabilmente, ha pesato anche qualcosa che ha a che fare con Vibo. C’è chi sussurra di un rapporto non idilliaco tra lui e il prefetto Grieco, chi ipotizza l’intervento di qualche esponente politico cui forse non garbava il suo modo di fare, decisionista come i militari sanno essere. Difficile dire. Certo, anche il personale della sede si è detto sconcertato. È insomma un altro dei misteri politico-amministrativi che caratterizzano, in negativo, il nostro Paese.

IL PERSONALE DELL’ASP DI VIBO: “NON SIAMO MAFIOSI”

E ieri mattina alla sede di via Alighieri l’argomento sulla bocca di tutti era, et pour cause, l’arrivo della nuova dirigenza commissariale (questa volta inviata dal ministero) e lo scioglimento per mafia dell’Asp di Vibo. In tanti non hanno nascosto il disagio per sentirsi addosso l’immagine di persone poco oneste: «Non siamo mafiosi – quasi gridava Beatrice Amore, dirigente del servizio informatico aziendale, carattere solitamente tranquillo – Io a suo tempo mi sono trasferita qui da Roma, dove avevo davanti a me un fior di carriera. Sono tornata qui per i miei bambini, per farli vivere insieme a mio padre».
Rivendica di essersi impegnata a fondo, come tanti altri, per questa Azienda «ed ora, con questo scioglimento, mi sento praticamente dire che faccio parte di un’amministrazione mafiosa. No, non ci sto, non ci stiamo». Insomma: il concetto, ridotto ai minimi termini è questo: se la magistratura ha accertato infiltrazioni o condizionamenti, è bene che la giustizia faccia il suo corso. «Ma perché sciogliere tutta l’azienda, criminalizzando tutti i dipendenti? Le responsabilità non sono forse personali? O io devo rispondere di quanto fatto, o non fatto, da altri?».

RINGRAZIAMENTI AL GENERALE BATTISTINI

Da qui il discorso arriva, inevitabilmente al commissario uscente, il generale Battistini: «Ormai conosceva i problemi, il contesto territoriale, i settori dell’Asp. Stava facendo bene, perché non mantenerlo qui? Tra l’altro, è stato un commissario che a differenza di tutti i suoi predecessori, ha dimostrato di tenerci al personale, di rispettarlo». Al riguardo, racconta che nei giorni scorsi, dopo l’ufficializzazione della nuova triade dirigenziale, il commissario-generale è andato a salutare i dipendenti: «A quanto ricordo, nessuno finora l’aveva fatto. Anche questo particolare dice molto».
Sottolineando che con la gestione Battistini sono stati raggiunti, in particolare, gli obiettivi Pnrr, la Amore aggiunge: «Il generale ha fatto, concretamente, ciò che altri affermano solo a parole. Ha cioè adottato davvero il criterio della meritocrazia, premiando le persone più capaci e competenti. Con lui l’azienda si è rimessa in cammino. E loro, da Roma, che fanno? Lo mandano via… È assurdo».

Il Quotidiano del Sud.
Asp di Vibo, l’amaro commiato del generale Battistini: “Stavamo mettendo ordine”

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