Autonomia e migranti, dalla Chiesa attacchi al governo

Autonomia e migranti, dalla Chiesa attacchi al governo

Il Quotidiano del Sud
Autonomia e migranti, dalla Chiesa attacchi al governo

In sole 36 ore dalla Chiesa doppio attacco verso il governo: prima sull’Autonomia differenziata, poi sulle politiche dei migranti

L’imprevisto non era stato calcolato, peccato di presunzione o miopia politica. L’imprevisto complica molto un’agenda e una coabitazione di per sé già molto complicata. L’imprevisto mette tutti a nudo e ci potranno essere solo vinti e vincitori. E questo non è buono se si parla di alleanze di governo.

L’imprevisto si chiama Chiesa Cattolica, Vaticano, Papa Francesco e Cei. Non sono esattamente la stessa cosa ma è la matrice quella che conta: il mondo cattolico. Che in Italia è trasversale in tutti gli elettorati, a destra come a sinistra, figurarsi al centro.
In 36 ore dalla Chiesa è arrivato un doppio attacco al governo Meloni: prima la Cei ha detto peste e corna della legge sull’Autonomia regionale differenziata e, già che c’era anche sulle politiche dei migranti: ha definito lo ius scholae (cittadinanza automatica per gli stranieri che nascono in Italia e completano il ciclo di studi della scuola dell’obbligo) «un atto di giustizia civile».

Ieri mattina, 28 agosto 2024, il Papa nell’udienza generale ha tuonato contro le politiche migratorie del governo, «contro chi fa accordi perla morte anziché per la vita». Libia e Albania, per citarne un paio.
Palazzo Chigi tace. Forza Italia sorride. La Lega s’è messa l’elmetto e Salvini ha mandato avanti i pretoriani per dirne due. Anche al Papa.

OMBRE SUL VERTICE

Non ci voleva proprio, a due giorni dal vertice di maggioranza che domani Meloni ha convocato a palazzo Chigi, a margine del Consiglio dei ministri, per troncare e sopire i duelli estivi tra Lega e Forza Italia.
Duelli e sfide – fino a immaginare la crisi di governo – che hanno avuto per oggetto proprio l’autonomia regionale e la cittadinanza. Nel momento in cui Antonio Tajani sembrava rassegnato a fare un passo indietro sul tema dei diritti perché non sono nel programma di governo, pur avendo richiesto vari aggiornamenti su questo fronte, è arrivata la Chiesa a dire la sua. Con voce più forte e potente di quella di Tajani. Soprattutto una voce che Giorgia Meloni non può ignorare.
La premier ha voluto al suo fianco a palazzo Chigi un sottosegretario come Alfredo Mantovano, un magistrato certo ma soprattutto un cattolico. E ora è costretta a un supplemento di verifiche su due pilastri del suo governo: l’Autonomia regionale e le politiche migratorie.

Ieri la giornata doveva essere dedicata interamente a chiudere il dossier Commissione europea. Il nome proposto dal governo sarà uno solo – e non la coppia uomo-donna come richiesto da von der Leyen (pochi Paesi hanno rispettato la doppia proposta di genere) – e sarà Fitto. Ma il vero tema è a che cosa, con quali deleghe. Meloni vuole Pnrr, Fondi europei, e soprattutto una vicepresidenza esecutiva della Commissione.
È una partita difficile che è convinta di vincere, ma quantomai incerta. Per questo ieri pomeriggio la premier ha incontrato riservatamente a palazzo Chigi il leader del Partito popolare europeo Manfred Weber. Un’ora e quaranta minuti che saranno decisivi nelle decisioni di Ursula von der Leyen.

ATTACCHI DALLA CHIESA AL GOVERNO SU AUTONOMIA E MIGRANTI

Ecco, in una giornata così è arrivato il doppio attacco della Chiesa. che, va detto, non è stato un fulmine a ciel sereno. Tanti indizi nel tempo dicevano che sarebbe successo. Monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Migrantes, ha spiegato che dal Papa è arrivato un «chiaro messaggio a chi sta facendo accordi per la morte e non per la vita».
L’auspicio è che il suo «realismo» possa scuotere chi continua a fare orecchie da mercante. «”Oggi dal Papa è arrivato un richiamo chiaro alle nostre comunità cristiane a connettere il tema della misericordia con la realtà di chi sta viaggiando in mare e nel deserto e muore. Luoghi di morte richiamati dal Papa che tante volte aumentano le morti, perché anche nelle comunità cristiane c’è indifferenza e cultura dello scarto».

Dal Papa «un messaggio anche sui respingimenti, a chi sta facendo accordi per la morte e non per la vita, un messaggio di sostegno alle Ong che lavorano in mare».
È una politica, quella sulle migrazioni, «ancora troppo segnata da ideologie e incapace di governare la realtà anche a livello europeo». Nello specifico italiano, il dibattito estivo sullo ius scholae è emblematico: «Pensare che se uno diventa cittadino italiano svigorisce la nostra nazione è quanto di più ignorante si possa pensare».

Sull’autonomia differenziata

Un attacco esplicito. Al pari di quello riservato già l’altro giorno – e non era neppure la prima volta – alla legge sull’autonomia regionale. «Un pericolo mortale – l’ha definita Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio e vice di Zuppi nella Cei – perché non solo avremo tante Italie quante sono le regioni, ma si rischia pure un Far West tra quelle povere, perché le poche risorse e l’arbitrarietà con cui saranno assegnate innescheranno gelosie e conflittualità».La Chiesa, ha chiarito Savino, è in prima linea ma non per questioni partitiche: «È dal 2001 che critichiamo questa riforma e allora la volle la sinistra».

LA LEGA CONTRATTACCA

La Lega sta reagendo malissimo a questa presa di posizione della Chiesa. Il presidente Zaia è «sorpreso e rammaricato. Siamo abituati a una Chiesa che indica la via, la rispettiamo, ma stavolta la direzione è sbagliata, alimentata da un’informazione di parte». Nel caso, Zaia mette a disposizione «i nostri esperti per illustrare meglio nel merito».
Insomma, vescovi ignoranti, se ve bene superficiali. Igor Iezzi, capogruppo Lega in Affari costituzionali, chiede goffamente alla Cei «quanti immigrati è disposta a ospitare in Vaticano». Un altro fedelissimo del Capitano, Rossano Sasso, vuol sapere quante «offerte dei fedeli finiscono alle ong».

Tajani ride. Salvini gonfia. Le opposizioni sventolano quasi settecentomila firme per il referendum. Quattro regioni – Puglia, Toscana, Sardegna, Campania – hanno depositato il ricorso per incostituzionalità della norma.
Meloni osserva la scena e non sa da che parte iniziare per trovare una sintesi. Il freezer per congelare i provvedimenti non può più funzionare.

Il Quotidiano del Sud.
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