Beetlejuice “apre” Venezia, Burton e un cast stellare alla Mostra del Cinema col sequel dell’iconico film horror

RMAG news

Apre con una carrellata di star e l’entusiasmo contagioso di Tim Burton, l’81esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia che punta su Beetlejuice Beetlejuice, sequel dell’iconico film del 1988, per iniziare al meglio. Al Lido per celebrare il ritorno dello “spiritello porcello” interpretato magistralmente da Michael Keaton, il regista con tutto il cast del nuovo film che, oltre al protagonista, comprende Winona Ryder e Catherine O’Hara a rappresentanza dell’originaria famiglia Deetz e i nuovi arrivati: Monica Bellucci, Willem Dafoe, Justin Theroux ma soprattutto l’amatissima dalle nuove generazioni, e già Mercoledì per Burton, Jenna Ortega.

A partire da una sceneggiatura di Alfred Gough & Miles Millar, gli stessi di Mercoledì, Tim Burton dirige una storia basata sui personaggi creati da Michael McDowell e Larry Wilson e ritrova quella che allora è stata il suo alter ego nel film, la Lydia di Winona Ryder, scoprendola madre di Astrid (Ortega), adolescente chiusa e non comunicante, vedova, e volto di una trasmissione TV di dubbia credibilità, Ghost House, che indaga i misteri delle case stregate. L’idea di un sequel di Beetlejuice è stata accarezzata per tanti anni ma Burton, fin dalle note di regia, confessa che il motore della sua decisione è stata Lydia: “Col passare del tempo, 35 anni, ho capito che quel che più mi interessa e mi entusiasma è… la vita. In questo caso: cosa è accaduto alla famiglia Deetz? In 35 anni cosa è diventata quella curiosa adolescente Lydia? Quindi, per me era importante mostrare le esperienze interessanti di questa teenager. Cosa succede quando diventi adulto? Hai dei figli? Come sono le tue relazioni? Cosa sei diventato? Nel momento in cui si cresce, succede a tutti di subire dei cambiamenti. Ebbene, questo è stato l’input per tornare a riconsiderare il film: cosa sarà successo alla famiglia Deetz? È stato emozionante rivisitare questi personaggi”.

Se la ragione creativa per il ritorno a Beetlejuice è stata il riconnettersi con Lydia, la ragione emotiva per Burton – e lo confessa con grande sincerità – è stata la sensazione di aver smarrito la rotta. “Devo dire che avevo perso un po’ di fiducia nel mondo del cinema. Mi sono detto che se dovevo andare avanti e fare qualcosa, avrei dovuto farlo seguendo il mio cuore. Sono un po’ come il personaggio di Winona Ryder, Lydia nel film, ho fatto troppe deviazioni sul mio cammino e mi ero un po’ perso. Per me questo film ha significato ritrovare l’energia, tornare alle cose che mi piace davvero fare, nel modo in cui voglio e con le persone che voglio. Questa è l’unica strada per il successo per me. Non mi interessa com’è venuto il film, mi sono divertito a farlo con queste persone ed è stato meraviglioso”.

Michael Keaton, che in Beetlejuice ha incontrato uno dei suoi personaggi ad oggi più iconici insieme a Batman, anch’esso diretto da Burton, usa per il film e per lo spiritello l’aggettivo “unico”. “Penso di averlo detto mille volte, ma è vero: è unico. L’ho sempre descritto come un’opera d’arte. Verrebbe voglia di prendere il film e, potendo, appenderlo da qualche parte. Ci sono poche opportunità per trovarsi in qualcosa che sia al 100% originale, ci sono sempre altre fonti d’ispirazione, ma io davvero non so da dove arrivi questa roba qui”. Facendo riferimento all’entrata in scena, nel sequel, dell’ex moglie di Mr. Juice, la succhiatrice d’anime della pluriresuscitata Delores di Monica Bellucci, Keaton ironizza: “È ovvio che anche il mio personaggio è maturato, è elegante e sensibile com’era nel primo! In questo sequel ha anche una vulnerabilità in più: non ha paura del passato, di niente se non della sua ex moglie”.

A proposito di Delores, Tim Burton ha confessato di averla voluta perché con lei avrebbe potuto omaggiare l’horror italiano di Mario Bava. Monica Bellucci lo ringrazia: “È stato un onore far parte del mondo di Tim, un artista in grado di creare al contempo situazioni fantastiche, spaventose e divertenti. Adoro questa creatura, Delores e la sua dualità, è cattiva ma è affascinante. Lei è una metafora della vita: tutti abbiamo delle cicatrici emotive ma lei è forte e torna sempre”. Tra le più emozionate del cast, ci sono sicuramente le due componenti originarie della famiglia Deetz. Winona Ryder sorridente e sognante dichiara: “Tornare in quel mondo è stato un sogno: la mia fiducia in Tim ha permesso giocosità nel lavoro, sperimentando insieme. Lui dà sicurezza e al contempo fa sentire liberi”. A Catherine O’Hara (anche indimenticabile mamma di Kevin in Mamma ho perso l’aereo) il compito di descrivere l’approccio alla maturazione dei personaggi, anche all’invecchiamento: “Nel mio caso non ho potuto negare che il tempo sia passato, lo accetto. Con Winona ci siamo concentrate solo sul fatto che Delia e Lydia erano in una nuova fase del loro rapporto. Siamo state circondate dal fascino di Keaton, che non è invecchiato nemmeno di un secondo!”.

L’ultima arrivata nella famiglia cinematografica di Burton, Jenna Ortega, spiega come far sentire la sua voce circondata da giganti: “Sapendo che sarei entrata a far parte di un cast di talenti, mi sono tenuta in disparte. Interpretando la figlia di Lydia, sapevo che da lei ci si aspettava che fosse come la madre. Io invece mi sono voluta assicurare che il mio fosse un personaggio molto diverso da quello di Winona sin dal primo film. Lydia ama tutto ciò che è oscuro, quello che muove Astrid invece è il trauma e il risentimento verso il mondo”.

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