Biden allontana le voci sul ritiro: “Settimana prossima torno in campo”, ma il partito è dilaniato

RMAG news

Le voci si rincorrono, nei giorni scorsi erano emerse quelle su un possibile passo indietro nel weekend, ma per ora Joe Biden non molla la presa sulla sua candidatura per un bis alla Casa Bianca in vista delle presidenziali del 5 novembre.

Nella sua casa in Delaware, dove è costretto all’isolamento per la positività al Covid-19, alle prese con un partito in subbuglio e in cui i “big”, dai parlamentari ai governatori, passando per l’ex presidente Barack Obama e all’ex speaker della Camera Nancy Pelosi, Biden per ora assicura che dalla prossima settimana tornerà in campagna elettorale una volta smaltito il Covid.

In un comunicato diffuso dal suo staff, Biden ha detto infatti di non vedere l’ora di riprendere la campagna elettorale “la settimana prossima”.

Biden contro Trump

Dall’isolamento il presidente ha anche risposto al discorso di Donald Trump nella convention dei Repubblicani a Milwaukee. Biden ha ribadito di voler “continuare a denunciare la minaccia dell’agenza del Progetto 2025 di Donald Trump, sostenendo al contempo il mio curriculum e la visione che ho per l’America”.

Biden ha commentato il discorso alla convention repubblicana di Trump che, “nei suoi oltre 90 minuti”, non ha mostrato alcun “piano per unire” l’America o “nessun piano per rendere migliore la vita degli americani. La sua è una visione cupa per il futuro”. Il presidente statunitense quindi ricordato quanto “la posta in gioco sia alta e la scelta sia chiara. Insieme vinceremo”, conclude il comunicato diffuso dallo staff di Biden.

Gli scenari di un eventuale post-Biden

Se, come sembra da giorni, Biden dovesse tornare sui suoi passi e rinunciare alla candidatura per il Partito Democratico restano due scenari. Uno, quello più semplice, è il passaggio di testimoni da Biden alla sua vice Kamala Harris.

Il secondo, che aprirebbe il campo a soluzioni multiple, è quello di una convention democratica di Chicago (dal 19 al 22 agosto) “aperta”, dove a sfidarsi sarebbero la vicepresidente Harrs e altri candidati, chiamati a contendersi la maggioranza dei voti dei delegati di Biden. Se nessuno passasse al primo turno, entrerebbero in gioco i 700 super delegati, ossia i dirigenti e gli eletti del partito.

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