Caso Eni-Nigeria: i pm De Pasquale e Spadaro condannati potranno continuare a esercitare…

RMAG news

Il tribunale di Brescia ha condannato a otto mesi di prigione due pm accusati di avere nascosto alla Corte alcune prove che scagionavano gli imputati nel processo “Eni-Nigeria” (è il processo che per anni ha travolto l’ex capo dell’Eni Paolo Scaroni, il quale alla fine è stato del tutto scagionato). La condanna non avrà conseguenze. La pena – come è giusto – è sospesa dalla condizionale e al momento non risultano sanzioni disciplinari.

I due magistrati (Fabio De Pasquale, il più noto, e Sergio Spadaro) potranno quindi continuare a esercitare, il primo nella Procura di Milano, l’altro nella Procura Europea. Naturalmente qualunque imputato sospetterà che loro stiano nascondendo le prove a discarico. È così. Il magistrato è una figura speciale. Praticamente inarrestabile. Il suo potere è totale e infinito. Pensate che un povero sindaco che viene condannato in primo grado per una firma sbagliata viene immediatamente rimosso. E anche un deputato, un senatore. Tutta gente che non ha nessun potere sui singoli cittadini. Al magistrato – anche dopo che è stato accertato che manipola, viene garantito il diritto di continuare a danneggiare chi vuole.

I due magistrati hanno presentato appello. La motivazione dell’appello è la cosa che più atterrisce. Loro dicono che se verranno condannati definitivamente sarà messa in discussione “l’autonomia delle scelte processuali”. Scusate: autonomia da che? Dai fatti, dagli indizi e dalle prove. È il pm che decide se una prova di innocenza vada nascosta o esposta. E se decide che va nascosta questo rientra nell’indipendenza del giudice. Qualcuno intervenga, Diobuono. Fermateliiii!!!!

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