Caso Sangiuliano, Meloni fa quadrato sul ministro ed evoca i soliti complotti di una “regia occulta”

RMAG news

Quanto potrà resistere Gennaro Sangiuliano al Ministero della Cultura, quanta copertura politica avrà l’ex direttore del Tg2 dalla premier Giorgia Meloni e dalla maggioranza, per ora compatti nel sostenerlo pubblicamente?

La situazione per “Genny” si fa sempre più complicata col passare dei giorni, ma soprattutto con la scelta dell’ex amante Maria Rosaria Boccia, l’imprenditrice di Pompei con cui Sangiuliano aveva una relazione e che voleva nominare “Consigliere del Ministro per i Grandi Eventi”, di rispondere per le rime e sbugiardarlo tra social e interviste ai giornali.

Per ora la strategia di Palazzo Chigi è quella già emersa in altre situazioni che hanno coinvolto i fedelissimi della premier: fare quadrato ed evocare complotti.

La linea è quella della resistenza, come fa filtrare Meloni e il suo “cerchio magico” al Corriere della Sera: l’idea, o almeno quello che si vuol far passare all’esterno, è che dietro l’imprenditrice di Pompei vi sia qualcuno, una “regia occulta” che avrebbe aiutato e manovrato l’ex “fiamma” del ministro, definita “lucida” e “diabolica”. C’è chi tra i fedelissimi della premier, aggiunge ancora il Corriere, pensa addirittura che Boccia si sia rivolta ad una agenzia di comunicazione, altri invece in maniera più prosaica credono che Sangiuliano sia rimasto vittima di una macchinazione, un complotto ordito da pezzi di opposizione col supporto di media compiacenti.

Poco importa dalla ribalta internazionale del caso, con i titoli dei giornali europei sul caso Sangiuliano: almeno per il momento il ministro resta al suo posto al Collegio Romano perché “non possono essere i giornali e la sinistra a lettera le scelte”.

Non solo: Meloni e i suoi si starebbero preparando ad una “controffensiva”.L’obiettivo è quello di “il malcostume ereditato dai governi precedenti, che si sono rubati tutto”. Mirino puntato anche sui “tanti nemici” che Sangiuliano si sarebbe fatto al Ministero, dove da due anni, dicono da Fratelli d’Italia, l’ex direttore del Tg2 “sta lavorando per smantellare un sistema consolidato negli anni del Pd”.

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