Claudia Sheinbaum: chi è la prima Presidente del Messico, la vittoria annunciata dell’erede di Obrador

RMAG news

A urne chiuse, gli exit poll indicano come vincitrice delle elezioni in Messico Claudia Sheinbaum. La candidata del partito di governo MORENA, appoggiata dal Partito Verde Ecologista del Messico (Pvem) e dal Partito del Lavoro (Pt), diventerebbe la prima presidente donna del Paese. Battuti secondo le previsioni gli sfidanti Xóchitl Gálvez, della coalizione Fuerza y Corazón por México, e Jorge Álvarez Máynez del Movimento Cittadino (MC). Difficile che Sheinbaum possa godere dell’appoggio di cui ha goduto la maggioranza del presidente uscente, Andrés Manuel López Obrador, dello stesso partito di centrosinistra.

I dati non sono ancora ufficiali. Secondo le stime, la forchetta di preferenze che starebbe avvantaggiando Sheinbaum oscillerebbe tra il 58,3% e il 60,7%. Gli sfidanti, secondo la TV Azteca, avrebbero raccolto rispettivamente il 26,5% Gálvez e il 10,3% Máynez. “Non c’è nessuna differenza che ci faccia dubitare del margine di errore”, ha osservato Alejandro Moreno, direttore dei sondaggi del giornale El Financiero. Anche i sondaggi davano ampiamente come favorita Sheinbaum.

In Messico si votava anche per eleggere 55 deputati della Camera, 128 senatori e governi di nove Stati – Chiapas, Guanajuato, Jalisco, Morelos, Puebla, Tabasco, Veracruz, Yucatàn e di Città del Messico. La vittoria di Sheibaum è stata salutata con entusiasmo dagli altri leader politici di sinistra dell’America Latina. Come l’ex presidente della Bolivia Evo Morales, secondo cui la candidata è “molto umile e molto impegnata”. Post e note di celebrazione anche dagli ex presidenti dell’Argentina Alberto Fernández e Cristina Fernández de Kirchner. “Un popolo rafforzato dalla democrazia e dalla speranza in un futuro migliore”, ha scritto il presidente del Guatemala, Bernardo Arévalo.

Chi è Claudia Sheinbaum

Sheinbaum è entrata in politica nel 2000, la sua carriera è strettamente legata a quella del presidente uscente Obrador. Ha 61 anni, ingegnera energetica, già sindaca di Città del Messico eletta alle elezioni del 2017. Al centro della sua campagna elettorale per la corsa alla capitale la riduzione dell’inquinamento e la lotta ai cartelli criminali. Sheinabaum è stata anche membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell’ONU, organismo scientifico internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. Sarà anche la prima presidente ebrea del Messico. Quando Obrador venne eletto sindaco di Città del Messico, Sheinbaum fu nominata assessora all’Ambiente di Città del Messico. Al seguito dell’ex Presidente, ha lasciato il partito di sinistra PRD e ha partecipato alla fondazione di MORENA.

Le sfide di Sheinbaum

“Non arrivo da sola. Siamo arrivati ​​tutti, con le nostre eroine che ci hanno regalato la nostra patria, con i nostri antenati, le nostre madri, le nostre figlie e le nostre nipoti”, ha detto Sheinbaum. “L’elezione è stata vista da molti come un referendum sulla sua leadership – ha scritto il New York Times facendo riferimento alla vittoria di Sheinbaum e alla presidenza Obrador – e la sua vittoria è stata un chiaro voto di fiducia nel signor López Obrador e nel partito da lui fondato”. Durante il mandato di AMLO milioni di persone sono uscite dalla povertà e il salario minimo è raddoppiato. Resta il leader più seguito e popolare del Messico. Alla presidente il compito di liberarsi dell’ombra del suo mentore e predecessore, di smentire gli osservatori che la descrivono come una sorta di pedina di Obrador.

Il Messico è il primo partner commerciale degli Stati Uniti. Quest’anno il deficit federale è salito del 6% e la compagnia petrolifera nazionale, Pemex, agisce sotto molti debiti. Sheinbaum ha promesso in campagna elettorale nuovi investimenti pubblici: la costruzione e l’apertura di scuole e di cliniche sanitarie e l’estensione dei servizi di assistenza sociale. La candidata aveva già annunciato in campagna elettorale che il Messico avrà buoni rapporti con gli USA, a prescindere dalla vittoria di Joe Biden o di Donald Trump alle elezioni del prossimo novembre. Al centro dell’attenzione dei rapporti con Washington la questione migratoria e la produzione e il commercio di fentanyl dei cartelli del narcotraffico.