Come Israele utilizza i civili palestinesi come scudi umani: l’inchiesta del Nyt e il “Piano dei Generali” di Netanyahu per affamare Gaza

RMAG news

Apocalisse di fuoco in quel che resta di Gaza. L’attacco aereo israeliano sul cortile di un ospedale nella Striscia di Gaza ieri mattina ha fatto divampare il fuoco tra le tende degli sfollati che avevano cercato rifugio nel cortile dell’ospedale, lasciando una cinquantina di persone con gravi ustioni e uccidendone almeno quattro. L’esercito israeliano dice di aver preso di mira i militanti di Hamas nascosti tra i civili, senza fornire prove. Negli ultimi mesi ha ripetutamente colpito rifugi affollati e campi profughi, sostenendo che i combattenti di Hamas li stavano usando come basi per gli attacchi. L’ospedale dei martiri di Al-Aqsa nella città centrale di Deir al-Balah stava già lottando per curare un gran numero di feriti in un precedente attacco a una scuola trasformata in rifugio nelle vicinanze.

Le riprese dell’Associated Press hanno mostrato bambini tra i feriti. Un uomo singhiozzava mentre teneva in braccio un bambino con la testa fasciata. Un altro bambino piccolo con una gamba fasciata ha ricevuto una trasfusione di sangue sul pavimento dell’ospedale gremito. I registri ospedalieri indicano che quattro persone sono state uccise. Venticinque persone sono state trasferite al Nasser Hospital nel sud di Gaza dopo aver riportato gravi ustioni, secondo l’Al-Aqsa Martyrs Hospital. “Condanno i nuovi attacchi dell’Idf contro un ospedale e una scuola che fungono da rifugi nella parte centrale di Gaza. Decine di civili in cerca di sicurezza sono stati uccisi e feriti in circostanze terribili. Gli ordini di evacuazione di massa, le violazioni del diritto internazionale umanitario e il disprezzo per le vittime civili non renderanno gli israeliani più sicuri”. Così l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell su X.

Bombardati e costretti alla fame

Netanyahu sta esaminando un piano per bloccare gli aiuti umanitari al nord di Gaza nel tentativo di affamare i militanti di Hamas, un piano che, se attuato, potrebbe intrappolare senza cibo né acqua centinaia di migliaia di palestinesi che non vogliono o non possono lasciare le loro case. Il piano proposto a Netanyahu e al Parlamento israeliano da un gruppo di generali in pensione porterebbe a un assedio, dando ai palestinesi una settimana di tempo per lasciare il nord della Striscia di Gaza, compresa Gaza City, prima di dichiararla zona militare chiusa. Coloro che rimangono sarebbero considerati combattenti, il che significa che le regole militari permetterebbero alle truppe di ucciderli, e verrebbero privati di cibo, acqua, medicine e carburante.

È quanto si legge in una copia del piano fornita ad Associated Press dal suo principale ideatore, che afferma che il piano è l’unico modo per spezzare Hamas nel nord e fare pressione su di esso per rilasciare gli ostaggi rimasti. Il piano, denominato “Piano dei generali”, prevede che Israele mantenga il controllo sul nord per un periodo indefinito per tentare di creare una nuova amministrazione senza Hamas, dividendo la Striscia di Gaza in due. Militari israeliani hanno usato civili palestinesi come scudi umani durante i combattimenti in corso a Gaza dal 7 ottobre scorso, data del sanguinoso attacco sferrato contro Israele dall’organizzazione islamista palestinese Hamas. È quanto sostiene il New York Times, che riporta quanto emerso da un’inchiesta giornalistica che poggia sulle testimonianze “di militari israeliani e di ex detenuti palestinesi”. Secondo il quotidiano, i militari israeliani hanno “regolarmente costretto abitanti di Gaza catturati a condurre compiti potenzialmente mortali, anche all’interno dei tunnel di Hamas”.

Tra le altre, il New York Times cita la testimonianza di Mohammed Shubeir: un palestinese che le forze israeliane avrebbero arrestato lo scorso marzo, quando era ancora diciassettenne e con la famiglia tentava di trovare rifugio dai combattimenti nella Striscia. Trattenuto per 10 giorni senza alcuna accusa, Shuber sarebbe stato costretto da militari israeliani a camminare ammanettato per le strade in rovina di Khan Yunis, alla ricerca di trappole esplosive piazzate dai militanti di Hamas. Dall’inchiesta del quotidiano statunitense emerge che “militari e agenti d’intelligence israeliani hanno regolarmente costretto palestinesi catturati come Shubeir a intraprendere pericolose missioni di ricognizione per evitare di mettere a rischio la vita di soldati israeliani sul campo di battaglia”.

La reale entità e la portata di questi atti illegali – ammette il quotidiano – non sono note, ma se ne sarebbero macchiati “almeno 11 plotoni” delle Forze di difesa israeliane in cinque diversi insediamenti di Gaza, “spesso con il coinvolgimento di ufficiali delle agenzie d’intelligence israeliane”. Oltre ad essere utilizzati come scudi umani in aree potenzialmente irte di trappole esplosive, i palestinesi sarebbero stati costretti a spostare oggetti di grandi dimensioni, come generatori e cisterne d’acqua, alla ricerca di ingressi di tunnel o bombe. Questo genere di pratiche, sostiene il quotidiano, sono diventate più frequenti e diffuse dall’inizio del conflitto

Da un inferno all’altro

“È di almeno 19 morti il bilancio di un attacco israeliano vicino ad Aitou, cittadina a maggioranza cristiano maronita nel distretto di Zgharta, nord del Libano”. Lo hanno riferito le autorità libanesi. È la prima volta che il villaggio in una regione montuosa a maggioranza cristiana, viene preso di mira da quando Hezbollah e Israele sono entrati in guerra aperta il 23 settembre. Il raid ha preso di mira un appartamento, secondo l’agenzia nazionale Ani. Il capo di Stato maggiore dell’Idf, il generale Herzi Halevi, si è recato nella base colpita da Hezbollah nella quale hanno perso la vita quattro soldati israeliani e altri 58 sono rimasti feriti, di cui sette in modo grave. «Siamo in guerra e un attacco a una base di addestramento nelle retrovie è grave e ha conseguenze dolorose», ha affermato Halevi. «Avete agito correttamente nel curare ed evacuare i feriti e le vittime», ha aggiunto. «Continuiamo a combattere e ad allenarci per le prossime battaglie», ha proseguito. L’Idf ha intanto identificato i soldati uccisi, tutti 19enni. Si tratta del sergente Omri Tamari, di Mazkeret Batya, del sergente Yosef Hieb, di Tuba Zangariya, del sergente Yoav Agmon, di Binyamina-Giv’at Ada e del sergente Alon Amitay, di Ramot Naftali.

Il ministro israeliano Eli Cohen ha accusato su X le forze di peacekeeping dell’Unifil nel Libano meridionale di essere una forza “inutile” che non è riuscita a proteggere gli israeliani dagli attacchi di Hezbollah. «Queste forze non hanno contribuito in alcun modo al mantenimento della stabilità e della sicurezza nella regione, non hanno garantito l’applicazione delle risoluzioni Onu e fungono da scudo per Hezbollah». Cohen si rivolge poi al segretario dell’Onu Guterres: «È giunto il momento che lei risponda alla richiesta che le è stata rivolta, che ritiri l’Unifil dalle zone di conflitto e smetta di fare il gioco di Hezbollah». «Gli attacchi di Israele contro l’Unifil in Libano potrebbero essere dei crimini di guerra». Ad affermarlo è il numero uno del Palazzo di vetro. «Il personale dell’Unifil e le sue strutture non dovrebbero mai essere attaccate» – ha sottolineato Guterres. «Gli attacchi contro le forze di pace sono una violazione della legge internazionale e del diritto umanitario. Potrebbero essere un crimine di guerra».

Intanto, le forze armate israeliane hanno esortato i residenti di altri 25 villaggi nel sud del Libano a evacuare a nord del fiume Awali. Come ha scritto su X il portavoce militare Avichay Adraee, l’appello è rivolto agli abitanti di Barghuliya, Qasimia, Nabi Qasim, Matareya Shoumar, Kharayeb, Kawthariya, Ansar, Babylonia, Deir Takla, Adloun, Ansariya, Marwaniya, Zefta, Bafarwa, Habboush, Nabatieh, Sajd, Jbaa, Anqoun, Benaful, Qanarit, Zeta, Arnaya, Mazraat Mataria Jbaa, Tanbourit. “Per garantire la vostra sicurezza, dovete evacuare senza indugio. Chiunque si trovi vicino ai membri di Hezbollah, alle sue strutture o alle sue armi mette in pericolo la propria vita”, ha sottolineato Adraee, ribadendo che è proibito andare a sud.

Razzi sono stati lanciati su Tel Aviv e il centro di Israele. Lo riferisce un portavoce dell’Idf secondo i media arabi e israeliani. Il portavoce delle forze di difesa israeliane ha aggiunto che gli allarmi sono risuonati in molte città e paesi di Gush Dan e Sharon e sono stati attivati a causa dei lanci provenienti dal Libano. Gli allarmi sono scattati oltre che a Tel Aviv, anche a Herzliya, Ramat Gan, Petah Tikva, Netanya, Hadera e Rishon Lezion, nel centro del Paese. L’esercito israeliano ha affermato di aver inviato 1,7 milioni di messaggi di testo, 3,4 milioni di messaggi vocali e di aver effettuato 3.700 chiamate vocali per avvisare i civili in Libano di evacuare. In serata, segnalati feroci scontri tra miliziani Hezbollah e soldati israeliani. Il sud del Libano, la nuova Gaza.

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