Cosa ha detto Marina Berlusconi e perché è una lezione di libertà alla destra

RMAG news

Marina Berlusconi ha spezzato il settimo sigillo dell’omofobia! Mai più sia tollerata in Forza Italia. “Tutto è possibile, perfino Dio”, affermava Joseph Ernest Renan, filosofo francese dell’Ottocento, celebre per avere definito il concetto di nazione, il cui pensiero, probabilmente, nel nostro caso, è altrettanto destinato a presiedere gli imprevisti umani, politici e perfino riferibili alle libertà civili essenziali, perfino “desideranti”. Nei giorni scorsi, su queste pagine, lamentavamo l’assenza di Meloni, Salvini e di Tajani sul carro del Gay Pride romano. Sembrava un paradosso il nostro, eppure qualcosa si muove… Le parole di Marina Berlusconi, d’ora in poi, consentiranno certamente, almeno al segretario di Forza Italia, di non mancare il prossimo appuntamento. Questi, proprio Tajani, volendo, potrà rimediare già dal prossimo sabato, presentendosi puntuale al Milano Pride-Celebrate Love. Gli consigliamo il carro del Botox, accanto da Bianca Lamessa, dj e lucente animatrice delle ragioni LGBTQI+ fino all’alba sotto la Madonnina.

Le dichiarazioni di Marina Berlusconi gli concedono infatti ampia facoltà di non più assentarsi. “Questo governo ha sempre rispettato le regole della democrazia poi ci sono anche temi su cui si può essere più o meno d’accordo. Ad esempio i diritti civili: se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Ognuno deve essere libero di scegliere”. Parole di Marina Berlusconi per nulla sfumate, pronunciate durante la presentazione della nuova casa editrice che prende nome Silvio Berlusconi Editore. “La Libertà – continua sempre Marina – va affermata come un dovere, ancora di più dopo le recenti elezioni europee che hanno visto il successo di movimenti con idee antidemocratiche”. Quanto alla destra-destra post-fascista della Meloni attualmente al governo in Italia, Marina B. ritiene che abbia “sempre rispettato pienamente le regole della democrazia e in politica estera ha mantenuto la barra dritta su posizioni europeiste e filoatlantiche. Poi, per carità, ci sono anche temi su cui si può essere più o meno d’accordo”.

Fin qui una risposta in apparenza sfumata, smentita, istanti dopo, precisando che “personalmente, ad esempio, sui diritti civili, se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere”. L’assenso di Tajani un istante dopo. Dunque, ottenuto il nulla-osta, sappia il ministro degli Esteri che l’appuntamento è alle 15.30 in via Vettor Pisani a Milano, il carro del Botox muoverà da lì, poco oltre la Stazione Centrale, nel caso, da romano, non fosse pratico della toponomastica del luogo.
Gli alleati di Fratelli d’Italia, Foti e Lollobrigida, fedeli alla linea del silenzio come nel caso dell’inchiesta di Fanpage, scelgono di non commentare. Il primo: “Marina Berlusconi? Non abbiamo letto”. Idem, roccioso, il Cognato di “solo Giorgia”: “Condivido totalmente quello che ha dichiarato Foti, cioè che non abbiamo letto”.

L’Arcigay, con il segretario generale Gabriele Piazzoni, intuisce invece che “dalle parole di Marina Berlusconi si profila una destra liberale”, magari non proprio “vicinanza alla sinistra, ma il profilarsi (appunto) di una destra liberale, in Italia ridotta al lumicino, soffocata dall’avanzata cannibale della destra estrema dei Vannacci e di Gioventù nazionale”. L’apprezzamento di Francesca Pascale è invece prevedibile, solare, estiva, aria di famiglia: “Nelle parole di Marina Berlusconi i valori del padre. Un’intervista meravigliosa, soprattutto dal punto di vista politico. Ma non mi ha fatto un’impressione nuova perché questa è la caratura dei valori di chi abbraccia veramente i liberali. L’animo di Forza Italia è stato con questo passo ed è bello aprire un giornale e finalmente vedere quello che si è sempre manifestato”. Dopo Alessandra Mussolini, sirena della conquistata tolleranza, nuove ghirlande arcobaleno giungono presto al collo delle figure apicali del partito che attraverso il suo fondatore affermava di rivolgersi all’Italia, “il paese che amo”. Bianca e il carro del Botox avrà modo di condurli anche nell’ideale Polinesia gioiosa dei diritti LGBTQI+.