Cos’è l’interpello, il meccanismo per le supplenze a scuola al posto delle Mad: come funziona

RMAG news

Si chiama “interpello” e va a sostituire da quest’anno il sistema delle Mad, le messe a disposizione. È la grande novità di quest’anno in materia di supplenze scolastiche per il personale docente e non solo. Il meccanismo è stato introdotto con l’OM 88 del 16 maggio 2024. Non è l’insegnante a candidarsi, come nella Mad, ma è la scuola che pubblicherà un avviso per la ricerca di un supplente. Un sistema che serve basicamente a coprire i posti vacanti dei docenti.

Perché il punto è quello. Lunghissimo l’elenco delle province che hanno aperto le procedure per gli interpelli. Da Torino e Novara in Piemonte a Milano, Monza, Bergamo, Pavia e Mantova in Lombardia, poi Bologna, Genova e La Spezia, Livorno, Siena e Prato, Vicenza, Venezia e Padova. Sono oltre 30 in tutto. E anche al Sud le graduatorie cominciano a svuotarsi, come per esempio a Catanzaro e a Ragusa. Le scuole pubblicano dunque sui loro siti nell’albo online e sulle piattaforme degli uffici scolastici provinciali, specificando anche i dettagli sui posti disponibili un avviso.

I candidati dovranno quindi rispondere direttamente agli interpelli inviando il curriculum e una lettera di presentazione. Le posizioni sono quelle di docente, docente di sostegno, personale Ata e insegnante per i corsi di recupero estivi. Con l’interpello possono candidarsi gli insegnanti abilitati ma anche neo-laureati e perfino studenti. Le scuole valuteranno le candidature a partire dai titoli e dall’esperienza. Escluso chi ha già sottoscritto un contratto a tempo determinato per l’anno in corso.

Più precisamente: chi è in possesso di un diploma tecnico o professionale può candidarsi come personale Ata, chi ha una laurea triennale o magistrale può partecipare a tutti i tipi di interpello, i docenti inseriti nelle GPS sempre che non abbiano sottoscritto contratti a tempo determinato nell’anno in corso, docenti in possesso di abilitazione e specializzazione sostegno, che avranno la precedenza. Il contratto è lo stesso proposto nei casi di supplenze tramite GPS.

A peggiorare la situazione della scuola in Italia sono gli impegni assunti ai tempi del Governo Draghi, che aveva progettato l’immissione in ruolo di circa 70mila nuovi insegnanti entro la fine del 2024. Il governo Meloni ha puntato alla fine del 2026 e fatto partire un solo concorso con la conseguenza di classi scoperte e tempo pieno spesso ancora non entrato in funzione.

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