Crotone, arrestato “lo sceicco” della ‘ndrangheta, aveva 5 ristoranti a Bologna

Crotone, arrestato “lo sceicco” della ‘ndrangheta, aveva 5 ristoranti a Bologna

Il Quotidiano del Sud
Crotone, arrestato “lo sceicco” della ‘ndrangheta, aveva 5 ristoranti a Bologna

Sinergie criminali tra ‘ndrangheta e camorra a Bologna. Imprenditore legato alle cosche Grande Aracri, Megna e Nicoscia aveva 5 ristoranti

CROTONE – Sinergie criminali tra camorra e ‘ndrangheta che, attraverso finanziamenti anomali, reinvestivano proventi illeciti acquisendo società di ristorazione nel centro di Bologna, ma anche immobili di pregio e auto di lusso Porsche e Ferrari. C’è anche Omar Mohamed, 39enne nato a Crotone, soprannominato “lo sceicco” per le sue notevoli disponibilità economiche, tra i due arrestati in un’operazione condotta dalla Guardia di Fiinanza. L’altro è Massimo Nicotera di Casalnuovo di Napoli. A Bologna “lo sceicco” aveva cinque ristoranti ma all’attenzione degli inquirenti sono balzati subito i legami con presunti referenti delle cosche Grande Aracri di Cutro e Megna di Crotone. L’imprenditore di origine calabrese, residente a Bologna, e il campano ritenuto vicino ad associazioni camorristiche sono finiti in carcere su disposizione del gip Domenico Truppa, che ha accolto le richieste della Dda del capoluogo emiliano.

L’OPERAZIONE

Nel corso dell’operazione, sono stati eseguiti sequestri per circa due milioni di euro e perquisizioni in Italia e in Germania, perché il giro di affari sporchi potrebbe estendersi a organizzazioni internazionali. Le accuse mosse dalla Dda di Bologna, sotto la guida del pm Flavio Lazzarini, riguardano reati aggravati dal metodo mafioso tra i quali riciclaggio, usura, estorsione, malversazione di fondi pubblici, sfruttamento della prostituzione, reati di droga e persino un tentato sequestro di persona contestato al crotonese. La vittima avrebbe dovuto essere privata della libertà personale per essere costretta al pagamento di un’obbligazione contratta con una società tedesca per i cui titolari si procede a parte.

COINVOLTI IN 14

Sono coinvolte nell’inchiesta altre 14 persone, tra le quali il 50enne Aldo Poerio, di Isola Capo Rizzuto, considerato vicino al clan Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto per conto della quale gestirebbe attività economiche a Viadana, nel Mantovano. Poerio è uno di quelli che avrebbe versato prestiti infruttiferi a Mohamed mediante più bonifici per almeno 150mila euro alla società immobiliare bolognese di cui è amministratore, “Spazio 85”. Poerio è pertanto indagato di autoriciclaggio con l’aggravante mafiosa, mentre Mohamed risponde di impiego di denaro di provenienza illecita, sempre con l’aggravante mafiosa.

RETE DI RELAZIONI

Ma la rete di relazioni di Mohamed era ampia e comprendeva, per l’accusa, anche il campano Nicotera, ritenuto esponente del clan camorristico Veneruso-Rea, in passato già arrestato, il quale avrebbe versato sui conti del coindagato risorse illecite per oltre 500mila euro. Mohamed avrebbe ottenuto, nel corso degli anni, finanziamenti anomali spesso erogati in contanti o tramite operazioni finanziarie, poi reinvestiti nell’acquisizione di società. Il denaro sarebbe stato ripulito attraverso una fitta rete di imprenditori locali compiacenti. Per simulare la legalità delle operazioni, venivano emesse fatture false per giustificare transazioni inesistenti, favorendo così il riciclaggio del denaro sporco. Tra i beni tolti al crotonese ci sono cinque società della ristorazione e vari rapporti finanziari direttamente riconducibili a lui.

IL TERRORE

L’uomo è accusato, tra l’altro, di usura. Una delle vittime era terrorizzata dall’indagato. Le minacce erano a lui e ai suoi genitori. «Dai i soldi o finisce male». «Suo figlio deve soldi a un sacco di persone». «Ci vedremo». Alla fine, qualcuno ha denunciato.

Il Quotidiano del Sud.
Crotone, arrestato “lo sceicco” della ‘ndrangheta, aveva 5 ristoranti a Bologna

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