Dati raggelanti sul lavoro in Basilicata: 28mila tra irregolari e in nero

Dati raggelanti sul lavoro in Basilicata: 28mila tra irregolari e in nero

Il Quotidiano del Sud
Dati raggelanti sul lavoro in Basilicata: 28mila tra irregolari e in nero

Dati raggelanti sul lavoro: 28mila tra irregolari ed impiegati in nero in Basilicata, Tortorelli (Uil) lancia “l’allerta lavoratori fantasma”

POTENZA Ci sono ancora milioni di «lavoratori fantasma». In Basilicata circa 35mila. In più, c’è il vero vulnus: il lavoro nero e irregolare che ha riguardato tre milioni di persone. Circa 28 mila in Basilicata. I numeri sull’occupazione non sono quelli del Governo. Almeno l’80% dei nuovi avviamenti al lavoro sono a tempo determinato. In Basilicata a giugno si è raggiunto il 90%. Il dato più significativo è quello secondo cui il 34,4% dei rapporti di lavoro cessati nel 2023 ha avuto una durata non superiore al mese.

La Uil nella Festa promossa a Firenze ha voluto come tema centrale il «lavoro povero» ed ha lanciato la campagna “No ai lavoratori fantasma”. Per la delegazione della Uil lucana, guidata dal segretario regionale Vincenzo Tortorelli che ha partecipato all’evento, una nuova occasione per rinnovare attenzione ed impegno sul precariato e per rivolgere un messaggio di speranza soprattutto ai giovani e a quanti non possono definire il proprio futuro. Le testimonianze dei lavoratori e delle lavoratrici sono state chiare e molto efficaci per capire che «purtroppo negli ultimi anni molti errori sono stati fatti perché è cresciuta la Precarietà».

«Senza considerare – ha sottolineato il segretario generale PierPaolo Bombardieri – altre forme anomale di ingresso nel mercato del lavoro, quali i tirocini extracurriculari e molte partite Iva fittizie che celano rapporti di lavoro subordinati. La Uil – ha precisato Bombardieri – vuol fare emergere questa realtà, con una campagna di denuncia e sensibilizzazione, portando nelle piazze italiane pannelli evocativi che ritraggono giovani evanescenti: al Governo chiediamo di adottare politiche strutturali affinché quelle ragazze e quei ragazzi siano trasformati da fantasmi in persone«. «Siamo pronti a firmare subito un solo patto, quello che è stato sottoscritto in Spagna, che abolisce i contratti a tempo determinato. In Spagna non è successo nulla, non è crollata l’occupazione, anzi, è aumentata, ed è chiaro che noi diciamo che c’è bisogno di una flessibilità, ma contrattata».

«Oggi – ha sottolineato – abbiamo una flessibilità selvaggia. Ai giovani vengono proposti soltanto contratti a tempo determinato, contratti precari, e spesso in condizioni vergognose. La nostra proposta è che si eliminino o si limitino al massimo i contratti a tempo determinato; che si riduca la flessibilità; che si parli soltanto di una flessibilità contrattata». Troppe forme di precarietà, dunque, e salari troppo bassi. «Avevamo proposto di intervenire sul salario minimo, identificandolo con i minimi contrattuali dei contratti maggiormente rappresentativi, quelli firmati dalle grandi organizzazioni sindacali».

Né lascia ben sperare il 2024. Un’altra elaborazione Uil, questa volta su dati dell’Osservatorio del precariato dell’Inps, conferma che, nel primo trimestre, siamo già al 75,7% di nuovi rapporti di lavoro attivati con tipologie contrattuali temporanee e in presenza di un calo di quelle virtuose, con un meno 5% per i contratti a tempo indeterminato e, addirittura, un meno 11% per quelli di apprendistato. Giovani e precari, dunque, ma non solo: anche poveri, ovviamente. Partendo da altri dati Inps, infatti, la Uil ha evidenziato che, nel 2022, la retribuzione pro capite media dei tre milioni e mezzo di dipendenti under 30 di aziende private è stata pari a 13mila euro, poco più della metà della media nazionale.

Per la UIL bisogna fare una battaglia per modificare le scelte politiche sul lavoro. Attraverso nuove politiche di programmazione di politiche industriale bisogna investire su ricerca e innovazione. No ai bonus e provvedimenti di decontribuzione sul lavoro, le aziende assumono se hanno bisogno di produrre non se hanno agevolazioni. «Purtroppo la Politica – dice Bombardieri – non lo vuole capire e non lo vuole capire perché si pensa sempre alle prossime elezioni».

Il segretario regionale Tortorelli sottolinea che «dalla nuova giunta regionale in via di costituzione ci aspettiamo prima di tutto un impegno per il lavoro e per superare la diffusa precarizzazione che è presente anche nella Pubblica Amministrazione Regionale. Il precariato in Basilicata si annida nella sanità, nella scuola (secondo dati Uilscuola circa 3mila tra docenti ed Ata), in agricoltura, nei servizi ed in altri settori. Ci stiamo battendo per il superamento del precariato a partire dalla platea dei lavoratori ex Rmi e Tis. Grazie alla nostra mobilitazione abbiamo fatto grandi passi in avanti per restituire dignità e tutele ad oltre 1800 lavoratori. Ma non basta. Si continuano a generare lavoratori fantasma, per la stragrande maggioranza giovani, che, a causa di questa condizione di precarietà non possono chiedere un mutuo, non possono accedere ad altri servizi, non possono costruirsi un futuro e, spesso, si trasferiscono all’estero o ingrossano le fila delle dimissioni volontarie».

La Uil vuol fare emergere questa realtà, con una campagna di denuncia e sensibilizzazione, portando nelle piazze italiane pannelli evocativi che ritraggono giovani evanescenti: «al Governo chiediamo di adottare politiche strutturali affinché quelle ragazze e quei ragazzi siano trasformati da fantasmi in persone».

Il Quotidiano del Sud.
Dati raggelanti sul lavoro in Basilicata: 28mila tra irregolari e in nero

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