Elezioni in Francia, cosa succede dopo il voto: gli scenari con la maggioranza-rebus, Macron punta a isolare Mélenchon

RMAG news

Che fare tra l’Eliseo e palazzo Matignon, dopo aver fermato l’avanzata dell’estrema di Marine Le Pen e Jordan Bardella? È la “domanda delle domande” che ci si pone in Francia sin da domenica sera, quando il secondo turno delle elezioni legislative ha certificato da una parte la sconfitta del Rassemblement National, che da un possibile assalto alla maggioranza assoluta dell’Assemblea nazionale si è ritrovato addirittura terzo partito per numero di seggi, dietro al Nuovo Fronte Popolare di sinistra e ad Ensemble, il blocco di partiti fedeli al presidente Emmanuel Macron.

I risultati delle elezioni francesi

I dati definitivi evidenziano una Assemblée Nationale, la Camera composta da 577 deputati, spaccata in almeno tre blocchi.

A vincere chiaramente, ma con a disposizione solamente una maggioranza relativa, è stato il Nuovo Fronte Popolare di sinistra, il blocco che ha al suo interno formazioni politicamente eterogenee: dall’estrema sinistra de La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon ai socialisti di Olivier Faure e al movimento Place publique di Raphaël Glucksmann, su posizioni più moderati, fino a comunisti e verdi. Questa alleanza ha ottenuto, i dati sono ormai definitivi, 182 seggi.

Di quessti, secondo i calcoli del quotidiano Le Monde, all’interno del Nuovo Fronte Popolare la France insoumise di Mélenchon è la più rappresentata con 74 eletti ai quali si aggiungono 3 “dissidenti” del partito. Il Partito socialista avrà 59 deputati, i verdi 28, il partito comunista 9 parlamentari e Generation.s 5.

La formazione centrista a sostegno del presidente Emmanuel Macron, Ensemble, ne ha ottenuti 168 mentre il Rassemblement National di Marine Le Pen e del suo “delfino” Jordan Bardella, alleato con quella parte di Republicains guidati dal presidente del partito Eric Ciotti, è terzo con 143 deputati eletti. A quota 39 ci sono invece gli altri Republicains, quelli eletti in rottura con la scelta di Ciotti di allearsi con l’estrema destra.

Gli scenari in Francia dopo il voto

La situazione, visti i numeri, è chiaramente di stallo. Dal NFP pochi minuti dopo la chiusura dei seggi Mélenchon ha chiaramente spiegato che la sinistra “è pronta a governare”, che non vuole “accordi sottobanco” con Macron e si aspetta la nomina di un suo esponente a premier da parte del presidente (scelta che tecnicamente non ha una scadenza), che al contrario ha fatto filtrare dal suo entourage un invito alla “cautela” perché i risultati del voto “non rispondono alla domanda su chi debba governare”.

Parole che sembrano il punto di partenza per realizzare un piano ben preciso: disgregare immediatamente il cartello elettorale formato a sinistra, isolando Mélenchon. Macron, in sintesi, punterebbe ad un accordo con le forze più moderate del Nuovo Fronte Popolare, dai socialisti a Place publique di Raphael Glucksmann, fino ai verdi, oltre a quella parte di Republicains che hanno rotto col presidente Eric Ciotti rifiutando l’accordo con Marine Le Pen.

I numeri ci sarebbero, seppur risicati: se tutti i deputati della sinistra “moderata”, macroniani e repubblicani votassero la fiducia ad un governo di coalizione di questo tipo, guidato dal un esponete della sinistra “riformista”, i voti sarebbero 295, solo sei più della maggioranza assoluta.

Please follow and like us:
Pin Share