Emmanuel Macron nuovo cigno nero dei mercati?

Emmanuel Macron nuovo cigno nero dei mercati?

Il Quotidiano del Sud
Emmanuel Macron nuovo cigno nero dei mercati?

EMMANUEL Macron nuovo cigno nero dei mercati mondiali? Il timore è diffuso. Nel gergo di Borsa il cigno nero è la sorpresa che oscura il cielo. Il precedente fu il fallimento di Lehman nel 2008. Il suo ricordo potrebbe sbiadire se, come appare probabile, l’azzardo delle urne giocato da Macron si rivelasse sbagliato: i mercati lo temono. Lo spread fra l’Oat (il Btp francese) e il Bund tedesco è arrivato a 84 punti, top dal 2012 quando sembrava che per la moneta unica fosse arrivata l’ultima ora. L’euro viaggia ai minimi da due anni. Anche il Btp soffre: lo spread è salito a quasi 160 punti.

Un avvertimento al governo Meloni: finchè l’Italia resta allineata va tutto bene. Se scarta potrebbero arrivare problemi. Il mercato dei Btp è il più grande e liquido del mondo dopo quello Usa. Qualunque slittamento provoca la tempesta. Copione visto e rivisto A questo punto l’interrogativo che gira sui mercati è semplice: che succede se il cigno nero si trasforma in un drago capace di incenerire i listini? Gran problema. A renderlo gravissimo non sarebbe nemmeno la vittoria di Marine Le Pen e Jordan Bardella considerata ormai scontata. L’incognita casomai sarebbe l’affermazione del Nuovo Fronte Popolare. Peggio di tutto un risultato confuso. L’ingovernabilità è un fattore ignoto alla politica francese (e quindi all’Europa) da quando il generale De Gaulle riformò la Republique. Come rimediare? Il governatore Panetta parlando in settimana in Finlandia è stato semplice: toccherà alla Bce tamponare la falla. Come misura straordinaria è evidente che funzionerebbe come si è visto ai tempi di Mario Draghi. E’ bastato che parlasse (“Faremo tutto quello che serve per proteggere l’euro) per fermare la speculazione.

E’ chiaro che un intervento come quello ipotizzato da Panetta non sarebbe semplicemente tecnico. Cambierebbe di colpo la narrazione della Ue. Intanto perché rappresenterebbe una forzatura enorme dello statuto della Bce. Già le misure straordinarie volute da Draghi sono state una bella torsione scontrandosi con le resistenze della Bundesbank. Se la Bce si comportasse come ipotizza Panetta diventerebbe una banca centrale come le altre. Con un problema però: sarebbe una banca senza stato. Ed è questa la vera riflessione da fare a partire da lunedì. Rompere la Ue e uscire dall’euro non è più un tema. Anche i nazionalisti più esasperati hanno capito che far saltare l’euro, cioè la moneta della più grande economia del mondo significherebbe far regredire il commercio mondiale all’età del baratto.

L’indicazione di Panetta porta verso una maggiore integrazione e una qualche forma di federalismo europeo. Uno scenario lontano? E perché? L’Europa è cresciuta da una crisi all’altra: è nata sulla macerie della guerra, si è cementata con l’euro dopo la caduta del Muro, ha riconosciuto la necessità di cooperare dopo il covid. Ora serve il passo politico. Altrimenti avremmo il paradosso che l’unico vero potere in Europa sarebbe quello della Bce. Un bel successo per chi perde le giornate a protestare contro le burocrazie tecnocratiche che si fanno beffe della volontà popolare.

Il Quotidiano del Sud.
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