Farina illegale in carcere, “può provocare esplosioni”: così i giudici di Cassazione la negano ad un detenuto al 41bis

RMAG news

“La farina dispersa nell’aria a seguito di innesco può dare vita a una nube incendiaria o esplosiva”. Lo affermano i giudici della prima sezione penale della corte di Cassazione annullando senza rinvio l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza che aveva accolto il reclamo di un detenuto in regime di 41bis disponendo che l’istituto penitenziario gli consentisse l’acquisto di farina e lievito.

I tribunali di sorveglianza soprattutto in materia dei diritti dei detenuti in regime di carcere duro che in Italia attualmente sono 721 (altri 9400 in alta sorveglianza) decidono sempre meno. Lo conferma adesso la Cassazione che non lascia spazio di sorta. Del resto nel nostro paese c’è un solo tribunale di sorveglianza quello di Roma chiamato a decidere sulle richiesta di revoca in merito all’applicazione del 41bis. Una sorta di Tribunale Speciale che in Italia è esistito solo ai tempi del fascismo. Tutto è centralizzato nella capitale per una sorta di sfiducia implicita nei tribunali territoriali in evidente violazione del diritto al giudice naturale.

Di 41bis praticamente non si parla più da quando terminò il lunghissimo sciopero della fame dell’anarchico Alfredo Cospito il quale pure di lui di recente aveva chiesto di poter utilizzare farina e lievito ricevendo risposta negativa. Adesso che si è pronunciata la Cassazione il discorso sembra chiuso. L’applicazione dell’articolo 41bis del regolamento penitenziario è completamente escluso dal dibattito sul carcere in corso nel mondo politico. Non c’è un parlamentare che sia uno ad aver posto il problema di questa autentica forma di tortura che viene utilizzata al di là dello spirito della norma.

Dovrebbe servire per impedire collegamenti con le organizzazioni criminali di riferimento. In realtà il 41bis viene usato per indurre a confessare ad accusare altri a “pentirsi”. La maggior parte dei boss mafiosi interessati alla questione sono in età molto avanzata e da decenni in carcere. I politici sono quattro. Oltre ad Alfredo Cospito che sta pagando con ulteriori restrizioni nel carcere di Sassari Bancali il lungo digiuno ritenuto in pratica “a scopo di terrorismo”, ci sono Nadia Desdemona Lioce, Marco Mezzasalma, Roberto Morandi militanti delle nuove Brigate Rosse, una organizzazione che non esiste più da ormai oltre 20 anni. Ma i giudici che confermano il 41bis puntano sul rischio di collegamenti con “latitanti” che i tre non hanno neanche conosciuto per ragioni generazionali. Al 41bis ci sono i sepolti vivi della Repubblica: una, democratica, nata dalla Resistenza antifascista.

Please follow and like us:
Pin Share