Fermo della nave Sea Eye 4 illegittimo, il Tribunale di Reggio Calabria smonta il decreto Piantedosi

RMAG news

Il fermo amministrativo della nave umanitaria Sea Eye 4, disposto dalle autorità italiane lo scorso 11 marzo per ben 60 giorni, record assoluto, era illegale. Lo ha stabilito il tribunale di Reggio Calabria accogliendo il ricorso della Ong tedesca.

In particolare il giudice Dionisio Pantano “non ha ritenuto provate le accuse secondo cui l’equipaggio della nave non avrebbe seguito le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica”, fa sapere l’Ong. “La sentenza di Reggio Calabria – commenta il presidente di Sea Eye, Gordon Islerè una vittoria significativa per noi e per tutte le altre organizzazioni di soccorso in mare! Ciò dimostra chiaramente che la detenzione di navi di soccorso civili è un abuso del potere statale. Ora abbiamo urgentemente bisogno del sostegno politico del governo federale, perché anche l’Italia viola i diritti del nostro Stato di bandiera con la detenzione illegale di navi di soccorso tedesche. Chiediamo urgentemente ai ministeri responsabili di utilizzare la sentenza come un’opportunità per fare campagna per porre fine a questa pratica in Italia“, le parole di Isler.

Il fermo della Sea Eye

Il fermo della Sea Eye 4 era stato disposto della autorità italiane ai sensi del decreto Piantedosi, che impone alle navi di contattare il Centro italiano di coordinamento dei soccorsi immediatamente dopo un salvataggio e di attendere l’assegnazione di un porto senza rispondere a ulteriori richieste di soccorso.

La nave della Ong tedesca, come dimostrato da alcuni video pubblicato dalla stessa organizzazione, era stata minacciata dalla cosiddetta “guardia costiera libica” durante una operazione di soccorso che portò al salvataggio di 84 persone: i militari le puntarono contro le armi.

In tribunale a Reggio Calabria il giudice Pantano “ha ritenuto non provate le accuse secondo cui l’equipaggio della nave non avrebbe seguito le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica“, fa sapere l’Ong, e “ha quindi confermato che le operazioni di salvataggio in mare da parte della Sea-Eye sono sempre state doverose e corrette in base alla pertinente la normativa internazionale”.

Tra giugno 2023 e giugno 2024, la Sea Eye 4 è stata “detenuta” in Italia per un totale di 120 giorni.

Quarta bocciatura del decreto Piantedosi

Come ricorda il giurista Fulvio Vassallo Paleologo, esperto in diritto di asilo, la sentenza di Reggio Calabria “è la quarta decisione di un Tribunale civile italiano che boccia la politica dei fermi amministrativi, rilanciata dal decreto Piantedosi”, scrive sulla rivista giuridica Associazione diritti e frontiere Adif.

In particolare la sentenza emessa a Reggio Calabria indica, sottolinea Vassallo, che “il provvedimento di fermo amministrativo adottato contro la nave umanitaria Sea Eye 4 era basato esclusivamente su un rapporto farlocco inviato dalla sedicente Guardia costiera libica alle autorità italiane. Un rapporto che risultava in contrasto con i fatti e con le comunicazioni oggetto di accertamento nel corso del giudizio, dai quali emergeva invece il riconoscimento anche da parte libica del corretto intervento di salvataggio operato dal comandante della Sea Eye 4 e dal suo equipaggio per salvare 84 naufraghi in acque internazionali“.