Francesca Deidda, tracce di sangue sul divano di casa e nell’auto: il marito Igor continua a dirsi innocente

RMAG news

Igor Sollai dal carcere di Uta, a Cagliari, continua a professarsi innocente, ma per l’autotrasportatore 43enne il quadro si fa col passare dei giorni e delle indagini sempre più complicato: l’uomo, unico sospettato per il delitto della moglie Francesca Deidda e in carcere con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, vede la sua posizione incrinarsi.

Le tracce di sangue a casa e nell’auto

Posizione, quella di Sollai, complicata da quanto emerso dai rilievi dei carabinieri del Ris di Cagliari nell’abitazione della coppia in via Monastir a San Sperate, nel cagliaritano, dove vivevano i due coniugi.

Dopo sette ore di sopralluoghi, riferisce l’Ansa, sono emerse “abbondanti” tracce di sangue sul divano dell’appartamento. Nei “sacchi neri” che sono stati portati via dagli specialisti dell’Arma ci sarebbero diversi prodotti utilizzati per pulizie profonde.

Divano che fa il paio con l’auto della coppia. I militari si sono infatti concentrati su quella parte di arredamento perché, così come la Toyota Yaris in uso a Francesca Deidda, Sollai aveva provato a vendere senza successo. All’acquirente in particolare il camionista aveva anche consigliato di “pulirla bene”: i carabinieri del Ris anche nell’auto, in particolare nei sedili posteriori, tracce ematiche.

Per gli inquirenti le tracce di sangue trovate sul divano confermano che l’omicidio sia avvenuto all’interno della casa. Un quadro completo sarà comunque fornito dall’esito delle analisi sui reperti e sulle tracce rilevate, oltre che dall’autopsia in programma la prossima settimana.

Sollai si professa innocente

Proprio alla luce delle recenti scoperte del Ris i legali di Sollai, gli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, si sono recati nel carcere di Uta per un nuovo punto della situazione col loro assistito.

Sollai ha ribadito ancora una volta la sua innocenza, a ripetere di aver accompagnato la moglie Francesca Deidda in un punto della statale ex Orientale sarda e di non averla più vista. I resti della donna, svanita nel nulla il 10 maggio senza che il marito ne denunciasse la scomparsa, sono stati rinvenuti soltanto il 18 luglio scorso grazie al fiuto di un cane molecolare, chiusi in un borsone scuro da calcio e abbandonati sotto un albero nelle campagne fra San Priamo e Sinnai, ricoperti di terra e rovi.

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