Guerra in Ucraina, cosa prevede il “piano di pace” di Putin: le condizioni dello Zar alla vigilia del vertice svizzero

RMAG news

Alla vigilia dell’attesa conferenza svizzera di Lucerna, dove tra pesanti assenze (dal presidente Joe Biden ai rappresentati di Cina e Russia) si parlerà di una proposta di pace per l’Ucraina alla presenza del suo presidente Voldymyr Zelensky, un Vladimir Putin a ruota libera rilancia il suo piano per fermare il conflitto.

Mentre il G7 in corso in Puglia prepara una nuova ondata di aiuti a Kiev, 50 miliardi di dollari che sulla carta dovranno essere ripagati dagli interessi sugli asset russi bloccati in Occidente, il presidente russo detta le sue condizioni per arrivare a interrompere la carneficina in corso in Ucraina dal 22 febbraio di due anni fa.

Il “piano di pace” di Putin

Il leader russo si detto pronto ad un cessate il fuoco e all’avvio di un negoziato con la sua controparte ucraina, ma solo se le truppe ucraine si ritireranno completamente dalle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, occupate e annesse illegalmente dal Cremlino con referendum farsa, e Kiev si impegnerà a non aderire alla Nato.

Per mettere fine al conflitto, è stato il messaggio di Putin, l’Ucraina dovrà avere “uno status neutrale, non allineato”, dunque fuori dal perimetro della Nato. Putin, secondo quanto riferito dall’agenzia stampa di stato Ria Novosti, ha poi aggiunto che diritti, libertà e interessi dei cittadini di lingua russa in Ucraina dovranno essere pienamente garantiti.

Per Putin si tratta di “disposizioni basilari e fondamentali” che “dovranno essere registrate sotto forma di accordi internazionali fondamentali” e che “naturalmente ciò implica anche l’abolizione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia”.

Oggi facciamo una proposta reale di pace, stiamo parlando non del congelamento del conflitto ma della sua cessazione totale”, ha detto Putin. “Noi esortiamo a voltare la tragica pagina della Storia e ripristinare gradualmente le relazioni con l’Ucraina e l’Europa“, ha aggiunto. Se l’Occidente e l’Ucraina rifiuteranno, ha avvertito Putin, si assumeranno la “responsabilità della continuazione dello spargimento di sangue”.

La reazione di Kiev e degli alleati

Come ampiamente prevedibile, la “proposta di pace” è stata respinta dal presidente ucraino Zelensky, ospite in queste ore in Puglia al G7 a guida italiana.

Il leader di Kiev, intervistato da SkyTg24, ha sostenuto che di Putin “non ci si può fidare”. “È la stessa cosa che faceva Hitler, quando diceva ‘datemi una parte di Cecoslovacchia e finisce qui‘”, ha detto il leader ucraino all’emittente tv. “Ma no, sono bugie, bugie storiche. Dopo c’è stata la Polonia, poi l’occupazione di tutta l’Europa. Ecco perché non dobbiamo fidarci di questi messaggi, perché Putin fa lo stesso percorso. Oggi parla di 4 regioni, prima parlava di Crimea e Donbass“. “A lui non importa nulla di quello che accade alle persone, è questa la faccia nuova del nazismo”, le parole di Zelensky.

A dare manforte al presidente ucraino anche Jens Stoltenberg, segretario generale dell Nato. Per quest’ultimo quella del presidente russo Putin “non è una proposta di pace, è una proposta di maggiore aggressione e maggiore occupazione e dimostra in un certo senso che l’obiettivo della Russia è controllare l’Ucraina”.

Non spetta all’Ucraina ritirare le forze dal territorio ucraino, spetta alla Russia ritirare le proprie forze dal territorio ucraino occupato e questa proposta in realtà significa che la Russia dovrebbe avere il diritto di occupare ancora più territorio ucraino in tutte e quattro le province”, ha spiegato Stoltenberg.

Dello stesso avviso il segretario Usa alla Difesa Lloyd Austin, che al termine della ministeriale Nato ha ricordato come Putin abbia “occupato illegalmente il territorio ucraino sovrano e non è in alcuna posizione di dettare all’Ucraina cosa deve fare per portare la pace”.