Inchiesta Liguria, falsato il verbale di Spinelli: mai parlato di “fondi illeciti” a Toti

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La trascrizione dell’interrogatorio di Roberto Spinelli, il 52enne imprenditore genovese accusato di aver finanziato illegalmente il governatore Giovanni Toti, è sbagliata.

Spinelli, attualmente sottoposto ad una misura interdittiva, a differenza del padre Aldo che si trova agli arresti domiciliari, non ha mai pronunciato la frase “Toti chiedeva finanziamenti illeciti”.

A distanza di dieci giorni si è dunque sgonfiato come un soufflé il teorema secondo il quale Toti andava in giro a chiedere soldi in maniera illegale per il suo movimento politico. Lo ha stabilito ieri la giudice Paola Faggioni dopo aver riascoltato l’interrogatorio di Spinelli junior. Ma andiamo con ordine.

Il 13 maggio scorso l’imprenditore genovese venne sottoposto in Tribunale all’interrogatorio di garanzia. All’interrogatorio, oltre al diretto interessato, erano presenti la gip Faggioni che aveva firmato il provvedimento cautelare nei suoi confronti, il pm Luca Monteverde che aveva condotto le indagini e aveva chiesto la misura restrittiva, la dottoressa Antonia Ingrassia, una collaboratrice della giudice, il difensore di Spinelli, l’avvocato Andrea Vernazza.

L’interrogatorio, registrato, fu molto breve, poco più di un’ora comprese le formalità di rito. Al termine venne redatto un verbale riassuntivo, scritto in un italiano non proprio esaltante, di appena 4 pagine, sottoscritto da tutti i presenti.

Spinelli non fece alcuna rivelazione esplosiva ed infatti i giornali l’indomani si limitarono a riportare alcuni passaggi folcloristici, come quello in cui affermava che il padre, dopo essere rimasto vedovo, era diventato “ingestibile”.

L’eccitazione mediatica arrivò dopo qualche giorno quando i segugi dei vari quotidiani che compulsano senza sosta le proprie fonti al palazzo di giustizia del capoluogo ligure, riuscirono a mettere le mani sulla trascrizione integrale dell’interrogatorio di Spinelli junior.

Nelle 26 pagine di verbale scoprirono appunto la frase “Toti chiedeva finanziamenti illeciti” che, come detto, non compariva in quello riassuntivo.

Come era stato possibile che un passaggio così importate non fosse stato inizialmente trascritto? Diffusasi la notizia, gli avvocati di Spinelli smentirono subito che il proprio assistito avesse potuto pronunciare una frase simile che inchiodava Toti.

I giornali, però, non curanti della smentita, andarono avanti per giorni con “Toti chiedeva finanziamenti illeciti”, certi di avere ottenuto lo scalpo del governatore ligure.

Ieri, come detto, in cui la retromarcia del Tribunale che avrà sicuramente deluso tante persone che non vedono l’ora che Toti si dimetta. “Dopo aver riascoltato l’interrogatorio, la frase non c’è”, hanno commentato gli avvocati di Toti, sottolineando che anche il pm Monteverde era d’accordo.

L’errore pare essere stato del software utilizzato per trascrivere l’ interrogatorio. Ma è possibile che nessuno degli inquirenti lo abbia però riletto prima di depositarlo, segnalando che qualcosa non tornava nella trascrizione integrale?

Un errore così clamoroso può passare inosservato ed essere scoperto solo perchè i giornali hanno pubblicato la frase incriminata? Ieri, comunque, la gip ha respinto l’istanza della revoca degli arresti domiciliari per Spinelli senior in quanto potrebbe “acquisire nuovi incarichi e cariche all’interno della società” o avere la “possibilità, tutt’altro che astratta, che continui perseguire interessi imprenditoriali, curando, dirigendo e gestendo le pratiche societarie”.

E sempre ieri è stato interrogato Paolo Emilio Signorini, l’ex presidente dell’Autorità Portuale di Genova, l’unico finito in carcere con l’accusa di avere ricevuto da Aldo Spinelli soldi e regali, ma anche soggiorni in alberghi di lusso a Monte Carlo.

L’interrogatorio, condotto dai pm titolari dell’inchiesta, si è svolto in Procura ed è durato tre ore. Signorini era assistito dagli avvocati Enrico e Mario Scopesi. “È andata abbastanza bene”, hanno dichiarato al termine i due difensori.

“Ha risposto a tutte le domande, una dozzina, e poi ha rilasciato spontanee dichiarazioni. Ha respinto ogni addebito, ha respinto le accuse di corruzione e di aver svenduto la funzione a interessi privati”, hanno poi aggiunto. Nei prossimi giorni gli avvocati di Signorini faranno richiesta per i domiciliari.